Nuova funivia, già tremila i «no»

Affollatissima assemblea pubblica per spiegare e contrastare il progetto provinciale per San Genesio


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dal 6 al 9 giugno 2017 si terrà a Bolzano l’XI Congresso funiviario mondiale, organizzato dall’Oitaf (l’Organizzazione Internationale Trasporti a Fune)con la collaborazione dell’Accademia europea e con il convinto sostegno della Provincia e dei due colossi altoatesini del settore funiviario, Leitner e Doppelmayr. Il fulcro del congresso sarà l’unico vero sviluppo possibile, in futuro, per gli impianti a fune: le cabinovie per il trasporto urbano. In montagna si è costruito ormai quasi dappertutto, lo zero termico per il 2050 è previsto ad altitudini superiori ai 2500 metri e, quindi, la neve... Insomma, arrivare al congresso presentando se non l’impianto finito almeno il super progetto della nuova cabinovia urbana da 24,5 milioni di euro, dal Talvera a San Genesio, farebbe fare a tutti gli interessati una gran bella figura. Il retroscena è stato svelato ieri in un affollato Kulturheim di Gries dall’agguerritissimo comitato anti cabinovia presieduto dall’ingegner Roberto Trevisson. Fra le due e le trecento persone in sala, in sole due settimane si sono già raccolte tremila firme. Dagli attivisti grillini ai residenti da una vita, dal benzinaio al commercialista, dalla Gries bene alle casalinghe pensionate, dai ragazzi del rione a diversi candidati sindaco, invitati dal comitato a esprimere per iscritto il loro parere. Poi, a pochi giorni dalle elezioni, si dirà chi è favorevole e chi contrario.

Nonostante Provincia e Sta non brillino quanto a trasparenza e accessibilità alle carte, si è riusciti a ricostruire per filo e per segno l’iter di un progetto voluto da pochi, mai discusso in sede comunale, che di certo non andrebbe a vantaggio della città e dei bolzanini. Oltre a ciò che i ben informati già sapevano, a colpire sono state le simulazioni presentate dal comitato. Immagini su come uscirebbe fuori la stazione di ponte Talvera (il Catinaccio da corso Libertà non si vedrebbe più). La stazione di Sant’Antonio, invece, dovrebbe essere alta almeno una ventina di metri, come un palazzo di sei-sette piani. Si è battuto molto sull’inquinamento acustico: una sola cabina avanti e indietro in piano, con orari di apertura simili a quelli della funivia del Renon, si è stimato percorrerebbe il Talvera 200 volte al giorno... Divertente non fosse tragicomica, la volontà espressa al comitato dai rappresentanti istituzionali del Comune di San Genesio: la stazione a monte dell’odierna funivia da demoricostruire rimarrà dov’è: bassa, a trecento metri di dislivello, un’ora di cammino, dal punto di partenza delle gite, ossia l’Edelweiss. La motivazione? A San Genesio mica vogliono che la cabinovia gli passi sopra la testa, sopra le case... Per raggiungerla dal paese si organizzerà - vera alzata d’ingegno - un trasporto tramite autobus...

Notevole sostegno del pubblico, ieri, sull’estrema necessità di salvaguardare il polmone verde della città, e ancora di più per dirottare altrove (sanità, sociale, vere emergenze) le decine di milioni di euro del progetto.

Il cronista, infine, non può esimersi dal registrare la vulgata che ieri sera percorreva con insistenza la sala. Dietro alla cabinovia starebbe una speculazione edilizia a San Genesio, manovrata da due ex membri degli esecutivi provinciale e comunale. Ma si tratta soltanto di una voce, per ora senza alcun fondamento.













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