«Offesa da Cicchitto, dov’erano gli ebrei?»

La Biancofiore: «Mi ha paragonata a Hitler. Le famiglie ebraiche erano ricche come i Berlusconi»



BOLZANO. La solita Michela Biancofiore. Ieri sera è toccato a lei difendere Berlusconi a “Otto e mezzo” su La7 per il criticassimo paragone fatto dal cavaliere nell’ultimo libro di Bruno Vespa, tra la persecuzione degli ebrei e quella “subita” dalla sua famiglia .

La deputata forzista, incalzata dalla Gruber, e sotto lo sguardo perplesso dello stesso Vespa, prima si lancia in un’appassionata difesa storico-politica del Cav. Poi punta il dito contro il compagno di partito Fabrizio Cicchitto.

«Intanto - ha detto riferendosi alla frase sugli ebrei - non si può fare il processo a un sentimento, a una sensazione dei suoi figli, e non sua. Si riferiva al primo momento storico della persecuzione. Lui intendeva “abbiamo tutti addosso”. Quello è il sentimento che rispecchia lo stato d’animo di Silvio Berlusconi e della sua famiglia. Non è stata una frase infelice. Lo ha detto con uno spirito di condivisione di quelli che sono stati i sentimenti del popolo ebraico”.

Poi la mette sul personale, facendo passare “lei” per perseguitata: “Tre giorni fa, tutta questa bella opinione pubblica non si è accorta che un esponente del mio partito (Cicchitto, ndr) ha detto che io sto agli altoatesini come Hitler stava agli ebrei. Dov'era la comunità ebraica in quel momento? E stiamo parlando del presidente della commissione esteri della Camera... Questo conferma che c’è una persecuzione nei confronti della libertà di opinione e di espressione di Berlusconi. Si va contro ad ogni legge, ad ogni diritto...". Gelo in studio. Il deputato del Pd Emanuele Fiano, di origine ebraica, prova a farla ragionare. “Ma cosa c’entra la vicenda giudiziaria di Berlusconi con lo sterminio di milioni di persone? Con il genocidio dovuto al solo fatto di avere sangue ebraico nelle vene?”. E la Gruber: “Non vorrà mica far passare i figli di Berlusconi come dei derelitti, dei perseguitati...”.

Niente da fare, Michaela procede dritta come un treno. Sforna un altro arditissimo paragone storico, rispolverando uno degli stereotipi classici dell’anitisemitismo, quello degli “ebrei ricchi”. “Guardi - dice alla Gruber - , anche le famiglie ebraiche erano ricche all'inizio della guerra, per fortuna erano ricche, e mangiavano come oggi mangiano le figlie di Berlusconi". (l.f)

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