Ok al test di lingua per neoassuntiLa giunta: "Ma il patentino resta"

«Non intendiamo introdurre un esame che sostituisca il patentino di bilinguismo», ha cercato di spegnere subito le polemiche il presidente della Provincia Luis Durnwalder. Che però ha dovuto ammettere che in futuro per essere assunti non basterà più solo aver superato l'esame di bilinguismo



BOLZANO. Via libera in giunta alla verifica linguistica aggiuntiva («ma non sostitutiva», sottolinea Durnwalder) al patentino per i dipendenti provinciali neoassunti. Alla fine si è detto d'accordo anche il Pd: «Per noi era importante evitare esami ad hoc ulteriori a quello di bilinguismo», spiega Tommasini.
Sul promemoria portato ieri in giunta dall'assessore provinciale al personale Thomas Widmann non c'è stata votazione, ma gli assessori, anche quelli del Pd, si sono detti tutti d'accordo.
«Non intendiamo introdurre un esame che sostituisca il patentino di bilinguismo», ha cercato di spegnere subito le polemiche il presidente della Provincia Luis Durnwalder. Che però ha dovuto ammettere che in futuro per essere assunti non basterà più solo aver superato l'esame di bilinguismo: «Tutti i cittadini - ha spiegato - hanno il diritto di relazionarsi con la pubblica amministrazione nella loro lingua. Non vedo nulla di male se prima di assumere qualcuno, la Provincia si assicura che sia effettivamente bilingue».
Durnwalder ha spiegato che non sarà effettuato un vero e proprio test linguistico («non faremo esami di grammatica, perché questo significherebbe dichiarare il fallimento del patentino»), ma che in sede di colloquio per l'assunzione la commissione esaminatrice avrà il compito di accertare la capacità del candidato ad esprimersi correttamente in italiano e in tedesco. «Nella commissione d'esame - spiega il presidente della Provincia - siedono membri di lingua italiana e di lingua tedesca. Toccherà a loro verificare se il candidato è in grado di svolgere le mansioni richieste dalla sua funzione in entrambe le lingue». Cosa succederà in caso contrario? «Non licenzieremo nessuno, ma ad esempio potremmo spostarlo da qualche altra parte. Se un portinaio non riesce a dare informazioni su dove si trova un ufficio sia in italiano sia in tedesco, non è adatto per quella mansione».
I due assessori del Partito Democratico, che inizialmente si erano opposti alla proposta di Widmann, ieri si sono fatti convincere: «Abbiamo espresso le nostre perplessità - spiega il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini - e abbiamo ottenuto le risposte che volevamo. Non si discute il diritto della commissione di accertare la padronanza di entrambe le lingue da parte di chi vuole essere assunto in Provincia così come non è in discussione il diritto dei cittadini a relazionarsi con la pubblica amministrazione nella propria lingua. Quello che non potevamo accettare era invece un esame sostitutivo del patentino di bilinguismo oppure un test ad hoc che di fatto avrebbe reso il patentino superfluo. Se invece l'intenzione è quella di valutare, nel corso del colloquio o nei sei mesi di prova, la capacità di svolgere le proprie funzioni in entrambe le lingue per offrire un servizio migliore al cittadino siamo d'accordo anche noi».
Non la pensa invece così il consigliere provinciale di Unitalia Donato Seppi: «La Volkspartei - attacca Seppi - evidentemente sta cercando di inficiare la nuova norma di attuazione sui titoli equipollenti del patentino di bilinguismo. Una proposta inaccettabile ancor di più per il fatto che l'Alto Adige è l'unica realtà mondiale in cui non sussista l'obbligo, nei rapporti tra il cittadino e gli uffici pubblici, di conoscere la lingua dello Stato da parte di tutti». (mi.m.)

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