il libro

Omaggio ai Pitsch: «Benefattori quasi dimenticati»

MERANO. Doveroso omaggio a Urban e Maria Pitsch: lo ha reso la fondazione che porta il nome del benefattore con il libro "Per realizzare opere di bene, la storia della Fondazione Pitsch a Maia Bassa...



MERANO. Doveroso omaggio a Urban e Maria Pitsch: lo ha reso la fondazione che porta il nome del benefattore con il libro "Per realizzare opere di bene, la storia della Fondazione Pitsch a Maia Bassa e Merano". Il libro, per i tipi della Union, è stato scritto da Simon Peter Terzer. È stato presentato ieri pomeriggio alla casa di riposo di via Palade dal presidente della Pitsch Hermann Raffeiner presente il direttore Alex Huber, alcuni consiglieri di amministrazione, l'assessore Stefan Frötscher e l'ex sindaco Januth.

Ma chi sono stati Urban e la sorella Maria Pitsch? Fu Urban, latifondista vissuto nell’Ottocento, che con un testamento rivoluzionario donò alle parrocchie di Maia e al decanato di Merano tutte le sue proprietà. Senza eredi diretti, Pitsch decise di fare del bene alla sua città anziché premiare i parenti di secondo e terzo grado. Per capire la portata di questa donazione, basta ricordare alcune delle strutture pubbliche che oggi sorgono sui terreni donati dai Pitsch. I terreni dove sorgono le scuole medie di lingua tedesca a Maia Alta, del parco Maia all'angolo tra via Schaffer e Winkel, dello Johanneum di Merano, oggi Opera Serafica e dei terreni sui quali si trovano lo School Village e l'ospedale. Con parte dei fondi è stato inoltre ristrutturato per ben due volte il Duomo. Grazie a quel lascito è potuta nascere la fondazione Pitsch, che oggi in città gestisce uno dei settori più delicati nel sociale, l'assistenza agli anziani. Un personaggio cui la città deve molto anche se sembra essersi dimenticata delle sue donazioni.

Il libro offre una dettagliata storia dei possedimenti di Pitsch e delle donazioni che fece alla città. Terzer ha ricostruito i passaggi più significativi della storia di questo latifondista benemerito rispettando le indicazioni avute dalla Fondazione che ha ritenuto giusto «scrivere la storia della Pitsch - ha detto il presidente Raffeiner - per rendere onore ai fondatori e farla conoscere al grande pubblico dopo il restauro della lapide che presenta attualmente una iscrizione leggibile». L'assessore Frötscher ha elogiato il lavoro di Terzer e l'impegno della fondazione per realizzare questo libro. Infine il direttore Alex Huber ha fatto una carrellata di ciò che fa la fondazione Pitsch ai giorni nostri: gestisce la casa di riposo di via Palade con 166 ospiti, il centro San Nicolò con 72 pazienti e la casa Seisenegg dove di sono 35 appartamenti. Il totale la Pitsch conta circa 180 dipendenti.(e.d.)

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