Omofobia, Comune in prima linea 

Sostegno al Dolomiti Pride, «battaglia di civiltà». A Firmian la mostra fotografica sulle «Famiglie»



BOLZANO. È oggi la Giornata mondiale contro l’omotransfobia. Il Comune la celebra in prima fila, perché «è una battaglia di civiltà». Quest’anno la giornata cade nel pieno delle iniziative del Dolomiti Pride di Trento, con eventi organizzati anche a Bolzano. Il clou sarà la tradizionale parata, a Trento il 9 giugno. Il Comune di Bolzano ha garantito il patrocinio, insieme al Comune di Trento e alla Provincia di Bolzano (assente, tra le polemiche, la Provincia di Trento). Alla biblioteca di Firmian aprirà oggi (fino al 25 maggio) la mostra fotografica «Famiglie», che racconta le famiglie dello stesso sesso, con e senza figli. «Ci piace l’idea di stare nella biblioteca molto frequentata di un grande quartiere, per farci conoscere», racconta Andreas Unterkircher (presidente di Centaurus, il dettaglio degli eventi nell’articolo in alto). Nell’antico municipio ieri la presentazione degli eventi per la Giornata contro l’omotransfobia con Unterkircher, gli assessori Sandro Repetto e Marialaura Lorenzini, Ulrike Oberhammer (presidente della Commissione provinciale pari opportunità), Michela Morandini (Consigliera di parità) e Arianna Miriam Fiumefreddo (responsabile della Rete Elgbtqi del Trentino Alto Adige). Intanto le unioni civili sono entrate nel terzo anno. A Bolzano ne sono state celebrate in tutto 19: cinque nel 2016, dodici nel 2017 e solo due fino a oggi. Ieri un tavolo largo per presentare le iniziative, perché contro le discriminazioni «dobbiamo metterci tutti la faccia», dice Michela Morandini. Ogni gesto è importante, anche appendere alla porta del proprio ufficio, ente, negozio o bar il manifestino «Südtirol Homophobia Free». Così Unterkircher presenta la campagna di sensibilizzazione: «In una terra incrocio di culture e minoranze è importante promuovere il rispetto e la valorizzazione di tutte le diversità». Il Comune dal 2015 aderisce alla «Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni» per orientamento sessuale e identità di genere (Rete Ready). Repetto, che ha appena rappresentato Bolzano a una cerimonia a Mautahusen, mostra un manifesto con i simboli che i nazisti avevano assegnato ai prigionieri dei lager, omosessuali compresi: «La discriminazione verso gli omosessuali è antica, ma nel periodo 1939-45 è sfociata in omicidi di massa. Aderiamo alla rete antidiscriminazioni perché è una battaglia di civiltà». Aggiunge Marialaura Lorenzini: «Parliamo di diritti. Le unioni civili non hanno tolto diritti ad altri, ma li hanno garantiti a chi prima ne era sprovvisto». Ulrike Oberhammer sottolinea che le «nuove famiglie» arcobaleno si inseriscono in un panorama già cambiato, «alla famiglia tradizionale si affiancano i single e i conviventi non sposati». Anche in Alto Adige omosessuali e transessuali patiscono discriminazioni, riferisce Michela Morandini, può essere l’impiegata lesbica non invitata alla cena aziendale o il dirigente che risponde a una richiesta di chiarimenti «i gay hanno già tanti diritti, cosa vogliono ancora?». Ma, dice Michela Morandini, «non siamo noi “normali” che dobbiamo garantire i diritti ad altri. I diritti sono di tutti». Perché le discriminazioni, tira le conclusioni Arianna Miriam Fiumefreddo, «riducono la piena cittadinanza delle persone Lgbt». (fr.g.)

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