Operaio ustionato: assolto direttore delle Acciaierie

Il grave incidente nel settembre del 2010 all’interno del reparto laminatoio A carico di Giorgio Bozzola non è emersa alcuna negligenza


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Assolto per non aver commesso il fatto. A carico di Giorgio Bozzola, all'epoca dei fatti direttore dello stabilimento di Bolzano delle Acciaierie Valbruna, non è emersa alcuna negligenza nè responsabilità diretta per il grave incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 3 settembre 2010. A farne le spese fu Diego Sartori, un operaio che si trovava al lavoro nel reparto laminatoio dello stabilimento bolzanino. L'uomo era intento a scaldare ed a tagliare l'acciaio con un cannello alimentato ad ossigeno e acetilene quando venne investito da una fiammata che gli provocò ustioni gravi, guarite in oltre tre mesi di cure specialistiche. Come detto l'incidente avvenne nel reparto laminatoio, nell'area «ritiro rotoli pedana».

Diego Sartori venne investito dalla fiammata mentre lavorava con il cannello alimentato con un tubo flessibile del tipo «Binasald». In sostanza l'operaio venne ustionato a seguito della fuoriuscita del liquido infiammabile dovuto all'usura del tubo e ad una sorta di «screpolatura» della guaina di copertura.

L'operaio venne subito soccorso da alcuni colleghi di reparto ma le sue condizioni risultarono subito piuttosto serie a seguito di ustioni di primo, secondo e terzo grado, rilevate sul tronco, sul collo e sulla coscia destra. Diego Sartori è stato curato a lungo e da qualche tempo ha potuto far ritorno al lavoro sempre nello stabilimento di Bolzano delle Acciaierie. Sotto il profilo civilistico è stato risarcito. Ieri si è concluso anche il procedimento penale promosso per presunte responsabilità colpose a carico del direttore dello stabilimento di quattro anni fa. Giorgio Bozzola, ingegnere (difeso dall’avvocato milanese Tommaso Pisapia) è riuscito però a dimostrare che nulla poteva essergli contestato. In effetti il giudice Carlo Busato ha accolto in pieno le tesi difensive ed ha mandato assolto il professionista «per non aver commesso il fatto».

L’impressione emersa dal processo è che sul banco degli imputati fosse finita la persona sbagliata. L’ingegner Bozzola infatti ha dimostrato che l'azienda aveva disposto regolari controlli e che nessuno si era accorto della «screpolatura» del tubo di alimentazione del cannello. Un particolare che potrebbe essere sfuggito a seguito di controlli probabilmente troppo frettolosi o superficiali per i quali però non può essere chiamato a rispondere l’allora direttore di stabilimento.

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