Orto comunitario: genitori e figli in piazza

L’iniziativa lanciata nell’ambito dell’opening di «Semi di Resistenza»


di Irene Cocco


BOLZANO. C'è del timo e della bietola, ma anche il cavolfiore e il fiordaliso. Non siamo in una serra e nemmeno al supermercato, ma in in piazza Matteotti per l'opening di “Semi di Resistenza”, un evento nato all'interno del Festival delle Resistenze, dove i provetti coltivatori possono mettersi alla prova piantando il proprio orto all'interno di una cassetta.

L'aspetto comune delle cassette, proprio quelle usate nei mercati ortofrutticoli, di primo acchito inganna il passante che difficilmente indovina che all'interno dei contenitori si possano piantare delle verdure. Invece guardandosi attorno, mentre i partecipanti incominciano il lavoro, sembra il gesto più naturale al mondo coltivare un proprio piccolo orto in una cassetta, che viene voglia di domandarsi perchè non ci abbiamo pensato prima. Scherzano gli addetti ai lavori, i ragazzi del collettivo Contorti, chiedono a chi si ferma incuriosito di provare a organizzare un proprio Eden all'interno delle cassette messe a disposizione gratuitamente come le piante e la terra. Se domandiamo cosa hanno in comune le piantine che sono state offerte ai futuri agro-amatori ci spiega Paolo Fenu, portavoce del collettivo: «Semplice, sono tutte piante che combinate assieme per un fenomeno chiamato consociazione si aiutano a vicenda».

Ed è bello vedere le mamme che insegnano ai bambini come piantare i fragili innesti, i nonni che non perdono occasione di raccontare come erano diversi gli orti ai loro tempi, mentre in italiano gesticolante qualcuno spiega agli stranieri presenti come iscriversi e ricevere la cassetta dove piantare il proprio orto. Non è forse consociazione questa? Quello che si affronta in piazza Matteotti, e al quale sarà possibile prendere parte per altri 2 sabati, il 13 ed il 20 aprile, non è solo una creazione di culture biologiche in cassetta, ma uno scambio tra generazioni e culture mentre si utilizza una piazza come agorà. Per un mese il suolo pubblico cambierà veste e diventerà un teatro di improbabili geometrie vegetali.

Il 28 aprile un incontro darà voce a realtà nazionali ed internazionali legate al fenomeno degli orti urbani. Al termine degli appuntamenti le cassette potranno essere portate a casa dai partecipanti che avranno così un tangibile ricordo dell'esperienza. Un esempio pratico di come “resistere” alla crisi e a certi luoghi comuni, come quello di ritenere impossibile poter coltivare della verdura sul proprio balcone.

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