Palace Hotel, sentenza a sorpresa 

Il processo. Caduta l’accusa di truffa, solo il manager Massimiliano Sturaro è stato condannato a un anno e 4 mesi per appropriazione indebita Assolta Carmen Salvatore, ex medico della lussuosa struttura meranese. Per lei, il giudice Paparella ha anche disposto il dissequestro dei beni



BOLZANO. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Il processo per la presunta maxi truffa ai danni dell’impresario bolzanino Pietro Tosolini, titolare del Palace Hotel di Merano, hotel superlusso con centro di cura e bellezza gestito tramite la società Generalbau spa, s’è concluso con una sentenza clamorosa. Una sentenza che il giudice Michele Paparella ha letto in aula, ieri, pochi minuti dopo le 12.30.

Massimiliano Sturaro, ex direttore generale del Palace di Merano, e la dottoressa bolognese Carmen Salvatore, all'epoca dei fatti medico del dipartimento di medicina estetica dello stesso hotel, sono stati assolti dall'accusa di truffa. I due erano accusati di avere intascato per circa quattro anni una parte consistente degli incassi del prestigioso centro estetico dell'albergo meranese e Tosolini lamentava un danno di un milione e seicentomila euro. Assolta Salvatore, che ha visto anche il dissequestro dei suoi beni, è stato condannato solo Sturaro, ad un anno e 4 mesi con la condizionale, per appropriazione indebita di 330 mila euro. Sturaro aveva ammesso che parte degli incassi non venivano fatturati.

La procura di Bolzano aveva chiesto tre anni per Sturaro e 2 anni e 10 mesi per Salvatore per la presunta truffa condotta ai danni di Tosolini dal gennaio del 2010 all’aprile del 2014. Per la Procura, in violazione degli accordi contrattuali, una parte consistente dei corrispettivi dei trattamenti di medicina estetica eseguiti dalla dottoressa Salvatore, sarebbero stati incassati direttamente dalla professionista. Parte dei soldi sottratti sarebbero stati poi consegnati a Sturaro, a cui il pm Igor Sacchetti contestava anche di aver impartito disposizioni al personale addetto alla cassa del Palace, per far figurare come prestazioni gratuite o offerte dall'hotel, quelle che in realtà sarebbero state pagate dai clienti in contanti. Sturaro avrebbe anche indebitamente incassato 10 mila euro al mese per 33 mesi (da marzo 2010 a novembre 2012) provocando un ulteriore danno alla proprietà dell'Hotel di 330 mila euro. Somme che Sturaro ha sempre ammesso di aver prelevato, ma controfirmando ricevute e consegnandole poi all’allora presidente della società, Henri Chenot, trattenendo per sé solo una minima parte. Chenot, invece, ha sempre negato questo particolare e la sua posizione è stata a suo tempo archiviata.

La difesa

«È stata accolta quella che è sempre stata la nostra linea difensiva – ha commentato l’avvocato Carlo Bertacchi, difensore di Sturaro – e cioè che, sul capo uno, non vi sia mai stata una truffa ai danni del Palace e che, quindi, il fatto non sussistesse. Per quanto riguarda il capo due e cioè sull’incasso di circa diecimila euro mensili dalle casse dell’Hotel Palace, l’imputato era reo confesso fin dalle prime battute del processo e non ci aspettavamo un esito diverso».

La parte civile

Sentenza inattesa anche per Marco Mayr, legale di Tosolini. «Vedremo se anche la procura intende presentare appello per quanto riguarda i capi penali. Per quanto mi riguarda, so che, in sede di giudizio civile, l’illecito commesso dalla dottoressa Salvatore è stato acclarato. Noi abbiamo una sentenza del tribunale, confermata dalla Corte d’Appello, che accerta l’illecito commesso da Carmen Salvatore e, quindi, siamo di fronte a un contrasto di giudicati. Impugneremo la sentenza? – conclude Mayr – Attendiamo di leggere le motivazioni, poi decideremo».

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