Bolzano

Palaonda: il pasticcio del Pala33 in ricordo di Gino Pasqualotto 

La giunta ha approvato la scritta da mettere sulla facciata. Una proposta analoga di Lega e Team K era stata bocciata dalla maggioranza soltanto pochi giorni fa. Il sindaco Renzo Caramaschi: «Dovevo prima verificare se piaceva ai tifosi»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Le prime reazioni dei tifosi sono state positive; poi con il passare delle ore, l’entusiasmo ha lasciato il posto alle critiche: «Troppo poco per il grande Pasqualotto». Emozioni contrastanti davanti alla decisione, approvata dalla giunta comunale, di mettere sulla facciata principale del Palaonda la scritta “Pala33”. In onore di quella che per anni è stata la bandiera dell’hockey: Gino Pasqualotto.

Peccato che su questa scelta regni al momento la confusione più totale. Tanto che l’assessore Angelo Gennaccaro ha deciso di non partecipare alla votazione.

Il modo in cui è stata gestita l’intera vicenda ha generato un pasticcio per cui a quanto pare non sarà una vera intitolazione. Verrà messa una grande scritta e a chiamarlo “Pala33” alla fine saranno coloro che vivono nel ricordo del mito; perché nel frattempo il Palaonda-Pala33, in cambio di un finanziamento di 100 mila euro, prenderà il nome dello sponsor che Seab sta cercando, per sostenere almeno in parte le spese di gestione.

La Lega

«Ci fa piacere che il sindaco abbia seguito la nostra proposta così come la nostra azione di tre settimane fa che è riuscita finalmente a sbloccare l’iter burocratico per la costruzione di una struttura per lungodegenti in zona Rosenbach, ex Caserma Mignone a Oltrisarco». Così Kurt Pancheri, capogruppo della Lega in consiglio comunale, attribuendosi il merito della scelta, commenta la decisione della giunta arrivata dieci giorni dopo che la maggioranza aveva bocciato una proposta analoga avanzata proprio dal Carroccio.

Il gruppo di Pancheri aveva presentato una mozione in cui si chiedeva di intitolare a Pasqualotto il Palaonda. Ma il sindaco Renzo Caramaschi aveva spiegato che quella strada non era percorribile, in quanto il grande giocatore è scomparso due anni fa, mentre la legge di anni ne prevede dieci.

Anche se in realtà le eccezioni non mancano: nel caso del PalaMazzali, ad esempio, era stata chiesta una deroga alla Provincia per intitolarlo a Paola Mazzali, capitana del Basket Club Bolzano.

Alla fine comunque la mozione leghista era stata emendata con una proposta arrivata dal TeamK: Pala33 invece che Pala Pasqualotto. Sembrava potesse essere un buon compromesso, ma il sindaco aveva chiamato a raccolta la maggioranza, arrivando si dice a minacciare le dimissioni, se quella proposta fosse passata. Infatti era stata bocciata. Ieri però è stato lo stesso sindaco a ripresentarla.

I tifosi

Ipotesi più probabile del ripensamento: evitare che l’opposizione potesse attribuirsi il merito dell’iniziativa. La spiegazione ufficiale: «Ho voluto prima verificare - ha detto Caramaschi - che la soluzione trovata andasse bene ai tifosi. Ho parlato con Robert Oberrauch e mi ha detto che condivideva la scelta». Oberrauch, ex capitano dell’Hockey Club Bolzano e della nazionale, compagno di squadra e amico di Gino, conferma: «Ottimo ricordarlo con il numero di battaglia».

Lo sponsor

«Questione di poco - promette il sindaco - e sul Palaonda comparirà la nuova scritta».

Quello che non è affatto chiaro è cosa succederà quando Seab, che ha predisposto il bando, troverà lo sponsor per il Palazzo del ghiaccio. Il bando prevede una sponsorizzazione, che può variare dai 60 ai 100 mila euro, in cambio della possibilità di intitolare lo stadio allo sponsor appunto.

Secondo Caramaschi non ci sarebbero problemi. Secondo il vicesindaco Luis Walcher: il Palaonda si chiamerà come lo sponsor, ma ci sarà anche il riferimento al numero 33.

«Mi dispiace - commenta l’assessore Gennaccaro che su un nome che dovrebbe unire tutti, ci sia in realtà tanta confusione. È per questo che io non ho votato né la mozione in consiglio comunale né la delibera arrivata in giunta».

Per il momento Robert Oberrauch non si preoccupa più di tanto di quello che succederà in futuro: «Ciò che conta è che si sia trovata la soluzione, per ricordare in modo degno quello che è stato e resta il giocatore simbolo dell’hockey bolzanino. Questo è ciò che chiedevano i suoi tifosi e tutti coloro che Gino ha fatto appassionare e sognare con le sue imprese».













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