Palazzotto: «Vogliamo  la verità su Giulio Regeni»

Bolzano. Giulio Regeni è morto, ma «è ancora qui». E chiede verità e giustizia. Il ricercatore torturato e ucciso al Cairo «è ognuno di noi ed è il figlio di ogni genitore che vede partire un ragazzo...



Bolzano. Giulio Regeni è morto, ma «è ancora qui». E chiede verità e giustizia. Il ricercatore torturato e ucciso al Cairo «è ognuno di noi ed è il figlio di ogni genitore che vede partire un ragazzo per studiare o lavorare all’estero». Quattro anni dopo in Italia non si è per nulla attenuata la pressione perché si faccia chiarezza sull’omicidio. Erasmo Palazzotto era ieri a Bolzano per parlare di questo: il deputato è il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Portava la sua firma il disegno di legge che ne chiedeva l’istituzione. Ha raccontato i lavori della commissione allo Spazio autogestito 77 in via Dalmazia, invitato dalla associazione Linx. La commissione di inchiesta, spiega Palazzotto, «lavora con la determinazione di andare fino in fondo. Sono presenti tutti i gruppi politici, ma siamo d’accordo che effettueremo una indagine imparziale: vogliamo ricostruire tutti i fatti, la morte di Giulio Regeni e le omissioni che hanno cercato di ostacolare le indagini». La commissione d’inchiesta ha ascoltato per due volte il procuratore della Repubblica di Roma, Michele Prestipino e il sostituto procuratore Sergio Colaiocco, sulla base dei documenti che la Procura ha fornito ai commissari. «Nonostante le difficoltà, la mancata collaborazione delle autorità egiziane, la Procura è riuscita a svolgere un lavoro eccellente, che ha portato a indagare i cinque agenti degli apparati di sicurezza egiziani accusati del rapimento e dell’omicidio». Ciò che manca, ricorda Palazzotto, «è conoscere la ragione dell’omicidio brutale e i suoi mandanti».

L’audizione più dolorosa è stata il 4 febbraio con il genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, accompagnati come sempre dall’avvocata Alessandra Ballerini. «Abbiamo ripercorso i quattro anni della loro tragedia. È una famiglia straordinaria, che ha saputo trasformare un dramma familiare lacerante in una battaglia civile per garantire giustizia a tutti i Giulio Regeni del mondo. La violenza continua, in questi giorni c’è angoscia per l’arresto di Patrick Zaky. La forza piena di dignità dei Regeni ha innescato il movimento di solidarietà in tutta Italia ed anche la nostra commissione di inchiesta». Il braccialetto giallo «Verità per Giulio Regeni» viene indossato da molti, dice Palazzotto, perché «era un ragazzo che apparteneva a una generazione di europei che si è sentita cittadina del mondo».

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