«Palermo è Africa», Bessone nel mirino

Il consigliere leghista ha commentato così la trasferta dell’Hellas in Sicilia. Minacce di morte via mail da mezza Italia



BRESSANONE. «Il Verona è arrivato a Palermo», avvisava la pagina Facebook della squadra calcistica Hellas Verona, impegnata ieri nella sfida di Coppa Italia proprio contro i rosanero. Pronto il commento del tifoso brissinese Massimo Bessone: «È la prima partita ufficiale in Africa della nostra squadra». Piccolo problema: il Bessone è pure il coordinatore della Lega in val d’Isarco e Pusteria. Apriti cielo! La pagina Facebook in poche ore è stata invasa da insulti, minacce, aggressioni verbali. E come non bastasse, la mail del consigliere è stata letteralmente intasata da violentissime minacce a lui e a tutta la famiglia, madre e moglie comprese. Il telefono non ha smesso di squillare un minuto. Pure la consigliera provinciale Elena Artioli ha preso le distanze in modo secco: «Condivido lo sdegno espresso a ogni livello circa le affermazioni inopportune e provocatorie del consigliere Bessone». E Tosi, il sindaco di Verona, non l’ha presa bene: «Non sa la geografia e anche se è nato a Verona non è autorizzato a sparare sciocchezze».

Consigliere, ha scatenato un putiferio.

Sono sconvolto. Il mio era un semplicissimo sfottò da tifoso. Mi sembrava pure simpatico. Allo stadio, e non solo, si dice pure di peggio.

Sì, ma lei è della Lega.

Ma io mica ci pensavo quando l’ho scritto. Però ho capito che tutta questa violenza è stata scatenata da quello. Qualcuno ha visto su internet chi sono e si è scatenato.

In che modo?

Ho scritto il messaggio su Fb lunedì sera. Al mattino mi trovo centinaia di mail di insulti pesantissimi. Vado a vedere la pagina e trovo più di 300 risposte inferocite. Gente che vuole ammazzare mia moglie, altri che mi aspettano al bar sotto casa e via di questo passo. Molte arrivavano da Palermo, altre da Napoli, pure dalla Puglia.

Che ha fatto allora?

Ho cancellato subito quella frase, stupida se vogliamo, ma uno sfottò e nient’altro. Poi ne ho scritta una di scuse. Io non sono razzista e non ce l’ho con i meridionali.

Sì, però queste cose non si scrivono, soprattutto nel caso di un politico con un ruolo civico.

Sì, lo ammetto. E’ una frase stupida, scritta da tifoso e non certo da politico. Potevo risparmiarmela. Ma sui siti dei tifosi di solito si replica con la stessa moneta e tutto finisce lì. Io sono veronese e tifo Verona, fin che ho potuto andavo allo stadio e ricordo benissimo la rivalità con le squadre del sud: da “Giulietta è una zoccola” agli accoltellamenti di tifosi napoletani contro i veronesi ho visto di tutto. Se la fossero presa con me, potevo capirlo, ma minacciare di morte i miei familiari mi pare veramente eccessivo.

La sua collega di partito non l’ha presa bene e pure Tosi è intervenuto.

Ne pagherò le conseguenze. Ma era solo uno sfottò calcistico e tale doveva restare.

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