Palermo: «La Svp non svolti a destra»

Il senatore: «Premiato al voto anche chi spinge per la convivenza. A Roma terra bruciata intorno alle autonomie»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. A confronto con Francesco Palermo: il senatore del Gruppo per le autonomie ha organizzato un incontro oggi alle 18 al Circolo della Stampa (via dei Vanga 22). Riferirà l’attività svolta finora in Senato e raccoglierà suggerimenti. Sono tutti invitati. Palermo è stato eletto grazie a una candidatura di Pd e Svp che aveva trovato un sostegno ben più largo, Da Scelta civica a Verdi e Sel. Poteva essere una esperienza politica fresca e inedita, una declinazione concreta dell’Alto Adige della convivenza. Non è stato così per ammissione dell’interessato stesso. «Almeno finora». Superata l’arrabbiatura, è iniziata una seconda fase. L’ex deputato Siegfried Brugger nella sua intervista di ieri legge queste elezioni come un cambio di Dna della Svp. Palermo aggiunge: «La Svp definitivamente deve decidere cosa vuole essere. Non può più accontentare tutti. Quanto a Brugger, da ex deputato di grande esperienza ha le carte in regole per essere confermato nella Commissione dei 6 e dei 12. La Svp lo farà? Accetto scommesse». Palermo è autore con Karl Zeller del disegno di legge che propone la convenzione-commissione provinciale con 15 componenti che dovrebbe preparare la bozza di nuovo statuto da portare al voto in consiglio provinciale. La novità è la platea allargata di interlocutori, anche della opposizione e della società civile.

Come immagina la prossima maggioranza e giunta provinciale?

«La Svp è nel guado. Le elezioni hanno comportato una marcata polarizzazione politica e territoriale. Gli assessori uscenti sono andati generalmente male, mentre è stata premiata sia la destra tedesca indipendentista sia la visione autonomista di Verdi, Pd e altri. Questa polarizzazione è visibile anche nella distribuzione di voti e preferenze sul territorio, con Valle Aurina e Passiria contrapposte da destra a capoluogo e Bassa Atesina . La posizione ufficiale della Svp è pro autonomia. Bene, prenda con convinzione questa strada, senza immaginare di tappare le falle a destra alleandosi con i Freiheitlichen. L’altro giorno ero a Brunico e ho visto esponenti della Svp sotto choc per la perdita della maggioranza assoluta che spiegano “non sappiamo cosa rispondere a chi predica lo Stato libero”. Come possono mancare le parole? L’autonomia ha ancora grandi potenzialità. La Svp vari un governo marcato sotto questo profilo. Le scelte su una giunta solo con il Pd o anche con i Verdi, saranno consequenziali».

C’è stato un momento in cui lei sembrava quasi sul punto delle dimissioni. Fase critica superata?

«Ho provato una delusione forte quando ho capito che la mia candidatura era stato un puro atto di tattica. Ingenuamente avevo pensato anch’io, come tanti altri, che fosse ispirata da un progetto reale di svolta politica. O restavo in uno stato di arrabbiatura permanente o trovavo la mia strada dentro il Senato. È quanto sto facendo. Certo, mi piacerebbe ancora essere informato di certe trattative che la Svp mette in campo...».

E qual è la sua strada?

«Sto costruendo una mia rete di rapporti, tra i colleghi e i ministeri. Non per fare concorrenza a qualcuno, visto che Karl Zeller è imbattibile su questo fronte. Cerco di portare avanti le ragioni dell’autonomia a modo mio, è un lavoro quasi culturale, ma utile, ritengo, perché in certi uffici le “speciali” si sono fatte terra bruciata. La politica del mordi e fuggi non funziona più».

E i rapporti con il Pd?

«Buoni, parlo con tutti. Non mi iscriverò al partito, come mi era stato chiesto. Lo riterrei un tradimento dello spirito della mia candidatura. Al Pd dovrebbero esserne felici: sarei un potenziale avversario in più».

Con il sindaco Luigi Spagnolli il feeling è spiccato.

«Lo stimo, ha una visione. Sono anche consapevole che sarebbe stato il candidato perfetto al Senato, se avessero voluto una figura più politica».

La revisione dello Statuto è uno degli obiettivi per cui ha accettato la candidatura. Ci crede ancora?

«Sì, tanto che ho ripreso il mio giro di incontri con i rappresentanti dei partiti, dalla Svp alla opposizione, chiedendo che si metta in cantiere al più presto in consiglio provinciale la discussione del disegno di legge sulla convenzione. Il mio testo è una base, mi aspetto proposte di modifica da cui arrivare a una sintesi. Ho già detto che sarei stato favorevole a una convenzione regionale, visto che si dovrà arrivare a un voto finale regionale, ma la Svp è contraria».

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