Parco Cappuccini, vertice sul degrado 

Diario di quotidiano malessere stilato davanti alla circoscrizione Centro da chi vive e lavora nella zona  


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Non solo il parco dei Cappuccini. Il buio è anche oltre la siepe: le camminate affrettate per uscire da vicolo Wolkenstein (che da via Cappuccini porta a via Isarco), i marciapiedi senza luce in via Marconi fino a ponte Druso, disagio a muoversi dietro il teatro o a passeggiare in via Isarco e poi via quanto più possibile, la sera, da Piazza Verdi. Insomma, è un diario di quotidiano malessere quello stilato davanti al consiglio di quartiere centro, ieri, dai testimoni di una parte di città in perenne penombra. Il preside delle scuole Arendt a dire: "Non mi è mai accaduto di consigliare ai miei studenti pendolari di fare un giro largo per andare a prendere il treno...". E poi Katrin Teutsch, presidente del comitato "Quasicentrum": "La smart city si è fermata in piazza Walther. Qui da noi la gente non esce più di casa da sola, vede i danneggiamenti nei propri portoni d'ingresso, vendite abusive di alcolici per le strade". E tutti, dal presidente del consiglio di quartiere Armin Widmann a Claudia De Lorenzo, agli altri consiglieri a guardare poi al tavolo dove era seduto Sergio Ronchetti, il comandante dei vigili, anch'egli convocato per un'audizione su quella che, ormai, è considerata un'emergenza: la condizione di assoluta invivibilità del parco dei Cappuccini e l'insicurezza e il degrado che da lì, da dietro quelle mura e poi dalla Stazione, da via Garibaldi e da Piazza Verdi, si stanno allargando fino a comprendere tutto il quadrilatero che dal fiume arriva fino al limitare delle piazze dei mercatino e del turismo. "Noi tutti i giorni mettiamo i piedi nel parco - ha detto Ronchetti- entriamo lì e poi controlliamo ora dopo ora vie e piazze. Cerchiamo di conferire sicurezza anche solo con la nostra presenza, accorriamo ad ogni segnalazione". E dunque? "La realtà- ammette il comandante - è che ci mancano gli strumenti per intervenire. Non posso arrestare uno perchè ha una brutta faccia. Posso multarlo se sporca, al massimo. Ma so già cosa ne farà della sanzione. Anche la polizia: ferma in presenza di reati. E se lo fa, il giorno dopo il fermato è già in libertà...". Tutto parte dalla stazione, per Ronchetti. Una situazione che accomuna Bolzano a tante altre città: arrivano i diseredati, vi si aggiungono quelli che profughi non sono, ma sono spacciatori o piccoli delinquenti. "E la mensa in Piazza Verdi ha fatto il resto". E suggerisce, per il parco, iniziative continue per "occuparlo" da parte di Stabile e Trevi. Perchè se i cittadini vi stazionano, i gruppi di persone che lo usano come il bagno di casa propria potrebbero veder limitato il proprio raggio d'azione. Tra garantismo normativo e pressione dei migranti, dunque, il mix che si è creato dentro e intorno al parco sarà oggetto di un "cahiers de doleance" che il consiglio presenterà ovunque: in Provincia, in Comune, alle forze dell'ordine. "Almeno dateci più luce" insiste Katrin Teutsch. Lamentando che, una volta chiusi i negozi alle sette di sera, camminare per via Marconi è un esercizio di eroismo urbano. E insiste: "C'era un progetto per riqualificare il parco nel 2017 dov'è finito. Mi hanno detto in Provincia che se ne parlerà nel 2018. Forse nel '19. Due anni ancora?". Dopo aver ascoltato don Mario Gretter e Peter Perez dell'Unione, il consiglio ha anche votato un appoggio ad una possibile campagna per le domeniche chiuse.

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