Parlamentari pronti a rientrare a Roma 

La crisi di governo. Maturi (Lega): «Non si sta al governo per sentirsi dire solo dei no». Durnwalder (Svp): «Potrebbero convocarci a breve» Il consigliere Nicolini (M5S): «Salvini cerca solo dei pretesti». Biancofiore punta a un governo di Carroccio, centrodestra e parte dei 5Stelle



Bolzano. Governo nel caos, elezioni vicine: questa la situazione ieri sera, quando Matteo Salvini ha annunciato: «L'ho ribadito al presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c'è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori». I parlamentari locali incollati ai siti di informazione. La Camera è chiusa da una settimana, al Senato si sono augurati buone vacanze dopo la seduta di mercoledì. Se si voterà in ottobre, sarà subito campagna elettorale. La Lega nei sondaggi è oltre il 35 per cento. Il deputato Filippo Maturi considera chiuso il governo con il M5S e si prepara alla campagna elettorale? «In una situazione così fluida, non mi sento di dire nulla, perché potrei essere smentito il giorno dopo», così Maturi ieri sera, «Quello che so è questo: un governo ha ragione di esistere, se può portare avanti le riforme che ha promesso. Gli elettori ci hanno premiato per questo. Stare al governo per ricevere solo dei “no” dagli alleati non ha senso. Ragionamenti sui posti in Parlamento adesso non ci interessano».

Diego Nicolini, consigliere provinciale del M5S, difende il movimento: «Errori ne sono stati commessi, ma nulla di eclatante. Il Movimento 5 Stelle è rimasto coerente con se stesso. Non siamo il movimento No Tav. Siamo contrari al progetto, ma non ci limitiamo a quello. Il governo ha fatto cose importanti, ma la Lega sta cercando ogni preteso per rompere. Si andrà a voto? Non lo so. L’altro giorno al Senato le opposizioni avrebbero potuto fare cadere il governo sulla Tav: non l’hanno fatto perché non hanno una alternativa. La Lega sa che il governo ha un consenso alto: si prenderà la responsabilità di rompere? Lo vedremo», così Nicolini. Il M5S è schiacciato dalla Lega, non è tempo di chiudere? «Le diversità c’erano dall’inizio. Dipende se decidi di fissarti solo su quelle», così Nicolini. Nella Svp osservano e aspettano. Il senatore Meinhard Durnwalder, segretario nell’ufficio di Presidenza del Senato, ha previsto di partire oggi per alcuni giorni di vacanza. In contatto con i colleghi senatori, ieri sera riferiva di considerare ancora aperti tre scenari: «Dipende molto dal presidente Mattarella. Potrebbe arrivare la convocazione del Parlamento in seduta straordinaria, come sembra probabile, così avremmo ufficialmente l’apertura della crisi. Si potrebbe andare a un Conte bis con cambio di alcuni ministri o a un governo tecnico per preparare la legge di bilancio e andare al voto in primavera. Politicamente, il voto sulla Tav ha sancito una spaccatura insanabile tra Lega e M5S. Se come Svp dovremo tornare in campagna elettorale, lo faremo». Michaela Biancofiore, deputata forzista, spera in un governo di Lega e centrodestra, ma non solo, anche il M5S o chi ci vorrà stare. Senza passare dal voto, è il suo augurio. «Matteo Salvini ha dimostrato a suon di voti veri e di capacità strategico-politica di essere un leader e soprattutto colui che doveva essere premier», esordisce Biancofiore, che lancia l’idea di una «Squadra Italia, guidata da una premiership ferma, coerente e comprovata come quella di Matteo Salvini con alle spalle l’esperienza internazionale di Berlusconi, il patriottismo della Meloni e la spinta innovativa della parte più lungimirante dei 5 stelle. L’unica alternativa a tutto ciò è il voto». In Senato mercoledì, sintetizza Gianclaudio Bressa (Pd), «si è consumata la rottura tra Lega e M5S. Qualsiasi proroga di questo governo sarebbe un supplizio. Non sono più in grado di governare». Il Pd si è diviso sul voto alle mozioni pro Tav. «Uscire per metterli in difficoltà? Di tatticismi si muore», risponde Bressa, «Il Pd è favorevole alla Tav. Il governo cadrà se lo decideranno loro». FR.G.

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