BOLZANO

Parti cesarei, Bolzano con il 10 per cento è un modello nazionale

I dati dell’Asl: travaglio indotto per il 20% delle madri Sette donne su dieci al terzo mese allattano solo al seno


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nel resto d’Italia, stando almeno agli ultimi dati ufficiali pubblicati sul sito internet del ministero, risalenti però al 2013, in media si fa gran ricorso al taglio cesareo: in oltre il 35% dei parti. In Alto Adige lo status quo è decisamente differente, in particolare a Bolzano, dove solo il 10% dei parti avviene con metodi chirurgici. Ma in Alto Adige parto e post parto vengono gestiti in maniere piuttosto differenti da un ospedale all’altro. Lo si evince dai dati forniti dall’assessorato alla sanità in risposta ad una interrogazione dei consiglieri provinciali dei Verdi. Ogni ospedale ha risposto ai singoli quesiti. Diciamo, a modo suo.

La questione è annosa: l’ostetrica di norma considera il parto come fatto pressoché esclusivamente fisiologico; i ginecologi, come medici, la vedono anche altrimenti; gli anestesisti poi, giustamente, hanno pure loro le loro idee. Poi ci sono le visioni alternative delle madri, le nordiche, le olistiche, le sperimentali. Inutile addentrarsi nella selva in questa sede. Fatto sta che i Verdi volevano sapere cosa accada per filo e per segno in provincia e l’Asl ha fornito gli ultimi dati disponibili, piuttosto recenti, ossia risalenti al 2015.

Naturale. Primo dato: i parti naturali in posizione orizzontale o semisdraiata, a letto. Insomma, quella classica. A Bolzano nasce così il 22,7% dei bimbi. A Merano, siamo solo al 10%. A Bressanone, il 44% dei parti avviene in acqua, il restante 56% per metà in posizione orizzontale e per la restante metà o di lato o nella posizione detta a quattro zampe. A Brunico le nascite orizzontali assommano al 10%. A Silandro siamo al 54%.

Cesareo. Passiamo ai cesarei. A Bolzano l’intervento chirurgico coinvolge il 10,38% delle donne. A Merano il 17%, a Bressanone il 12%, a Brunico (dato 2016) il 22%, a Silandro il 17%.

Indotto. I parti indotti, ossia quando il travaglio viene stimolato con metodi artificiali, in media riguarda il 20,6% delle partorienti altoatesine: 20,3% a Bolzano, 18,6% a Merano, 21,4% a Bressanone, 28% a Brunico, 21,1% a Vipiteno (reparto maternità poi chiuso a fine 2016), 23,5% a San Candido (reparto chiuso ad aprile 2015), 13,7% a Silandro, 13,7% alla clinica privata Santa Maria (dato 2013, reparto chiuso a settembre 2013).

Operativo. Il parto con ventosa ostetrica o forcipe, in media, coinvolge il 6,8% delle partorienti: 6,5% a Bolzano, 7,0% a Merano, 5,6% a Bressanone, 9,5% a Brunico, 6,7% a Vipiteno, 13,7% a San Candido, 4,8% a Silandro.

Anestesia. Un altro dato estremamente interessante per capire come vengano gestiti il parto e il dolore del parto riguarda la frequenza di ricorso all’anestesia. Ecco come hanno risposto gli ospedali altoatesini. Il tasso di partorienti che richiedono e ottengono l’anestesia peridurale al San Maurizio di Bolzano raggiungono il 5,1%, una percentuale decisamente bassa. Negli altri ospedali le percentuali sono (anche significativamente) superiori. A Merano l’anestesia epidurale su richiesta delle partorienti arriva al 13%. A Bressanone chiedono epidurale o peridurale il 20% delle partorienti. A Brunico siamo al 14,6% di peridurale. A Silandro al 14%.

Il cordone ombelicale. Infine, il taglio del cordone ombelicale: a Bolzano il taglio avviene 3-6 minuti dopo la nascita; a Merano tra i 2 e i 10 minuti; a Bressanone dai 5 ai 7 o, su richiesta della partoriente, anche più tardi; a Brunico, nei casi in cui si decida di donare il sangue del cordone ombelicale, il taglio avviene entro 1-2 minuti, altrimenti il tempo del taglio, così scrive l’ospedale, dipende da quanto ci mettono il padre o la madre, cui viene concesso di tagliare. A Silandro, si taglia dopo 1-2 minuti.













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