Passo Gardena, le chiusure contano 41 giorni in inverno

La statistica, da novembre 2012 a maggio 2013, evidenziata da chi vive in zona A complicare le cose i 18 giorni di stop a Passo Sella in poco più di un mese


di Aldo De Pellegrin


SELVA GARDENA. L'importanza economico - turistica dei collegamenti viari attorno al gruppo del Sella è cresciuta di pari passo con lo sviluppo turistico delle vallate che vi fanno capo. In particolare la statale di Passo Gardena e quella di Passo Sella rappresentano oggi un imprescindibile via di comunicazione rispettivamente fra la Val Gardena e la Val Badia e fra la Val Gardena e la Val di Fassa, come del resto anche fra la Val di Fassa e la Badia. Alla costante crescita di importanza e di valore economico di queste arterie non è però corrisposta, per le strade in particolare ma per l'intera viabilità dolomitica “d'alta quota” in generale, una altrettanto adeguata crescita strutturale e di sicurezza. Tanto che gli interventi migliorativi realizzati negli anni si contano davvero quasi sulle dita di una mano e, per riferirci solo a Passo Gardena e a Passo Sella, lo stato generale e di sicurezza delle due arterie è variato di pochissimo rispetto a quello che era alcuni decenni orsono.

Com'è intuitivo, come tutti coloro che conoscono e frequentano le due strade sanno, e come sa ancor meglio la popolazione che in quelle valli vive e ha la necessità quotidiana di spostarsi da una all'altra sia per ragioni di lavoro che di studio o in generale che per questioni di natura privata, le stagioni maggiormente a rischio per quanto riguarda gli spostamenti a cavallo dei due passi sono quella invernale e quella primaverile, a causa del pericolo di valanghe che incombe ad ogni nevicata o quasi, su alcuni tratti delle due arterie e che, fino a maggio 2013, è sempre stato risolto con la chiusura precauzionale ufficiale dei transiti.

Non che il problema non sia stato affrontato anche in maniera propositiva, con studi di fattibilità, progetti di messa in sicurezza, tavole rotonde e quant'altro, ma questo non ha cambiato finora lo stato delle cose, una situazione che vede nella chiusura ufficiale delle arterie all'elevarsi del rischio di caduta valanghe, l'unica misura di sicurezza applicata.

Una misura formalmente efficace, anche se soprattutto a livello di scarico di responsabilità, visto che però spesso le sbarre non vengono abbassate, scaricando così i rischi dei transiti direttamente sulle spalle degli automobilisti di passaggio.

La necessità di interventi reali per la messa in sicurezza dei transiti è diventate però una richiesta impellente avanzata dai residenti, in particolare quelli sui passi, che nell'inverno 2012/13 hanno contato ben 41 giorni di chiusura di Passo Gardena, quindi di isolamento pressochè completo, fra l'11 novembre 2012 e il 27 maggio 2013. A questi si aggiungonolo i 4 periodi di chiusura, per complessivi 18 giorni, per cui anche Passo Sella, fra il 19 marzo e il 30 aprile 2013 è rimasto a sua volta inaccessibile. A queste chiusure, puntualmente annotate da chi vive sui passi, si aggiungano anche le due chiusure, per complessive tre giornate, della strada da Plan de Gralba a Plan oltre a una lunga serie di chiusure di sicurezza anche per alcune passeggiate e piste da sci, che non possono davvero configurare la normalità di una vita invernale fra e sui passi dolomitici. L'urgenza dell'azione sta proprio in questi numeri.













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