Pd, è scontro aperto sulle tessere

Randi: «Bisogna cancellare i due anni di attesa». Bonagura: «Regole nazionali ancora più rigide»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Non è chiuso il caso delle regole con «quarantena» sul tesseramento del Pd. Una parte del partito, con capofila il presidente della assemblea Mauro Randi, chiede di fare marcia indietro su paletti ritenuti troppo rigidi per l’accesso a chi proviene da altri partiti. L’assemblea provinciale la scorsa settimana, anche sull’onda del caso Artioli, ha varato il regolamento sulle tessere che prevede un anno di attesa per gli eletti di liste civiche e altri partiti. Gli anni diventano due per eletti e dirigenti provenienti dal centrodestra. «È così che intendiamo aprire il Pd, mettendo in pratica il successo del 41 per cento alle elezioni europee?», accusa Randi, che aggiunge, «credo che anche a Roma si porranno il problema delle regole adottate a Bolzano, più rigide dello stesso regolamento nazionale». Sulla medesima linea la deputata Luisa Gnecchi. «Nessuna altra federazione regionale si è data regole così». Il primo a uscire allo scoperto era stato Roberto Bizzo: «Decisamente Renzi si è fermato a sud di Salorno». Questo il ragionamento di Randi, che si propone di portare il tema in assemblea: «Il partito ha già gli strumenti per selezionare le adesioni, bloccando personaggi incompatibili con i valori del Pd. È sufficiente rivolgersi al comitato per il tesseramento o ai garanti. Il problema è politico non di regole: dobbiamo essere un partito che apre le porte ma ha una proprio fisionomia, cui deve aderire chi si avvicina». Si è detto che il regolamento potrebbe bloccare l’arrivo nel Pd di esponenti delle liste civiche, a partire dai meranesi. Così Randi: «Il Pd ha perso negli anni una serie di persone. Non mi scandalizzo se vorranno tornare. E cosa facciamo se arrivasse qualcuno di Sel, come accade nel resto d’Italia? Lo teniamo alla porta un anno?». Il gruppo di Randi presenterà un ricorso? «Mi viene mal di pancia solo a sentire questa parola», risponde. In realtà il suo gruppo è in attesa di un’ulteriore rimpasto negli equilibri della assemblea, dopo che il partito nazionale ha accolto una nuova segnalazione sull’applicazione delle regole congressuali. Le tesi di Randi vengono rispedite al mittente da Sergio Bonagura, autore della regola della pausa di 1-2 anni. La segretaria Liliana Di Fede aveva proposto in assemblea sei mesi. Bonagura ha ottenuto la maggioranza con l’emendamento più restrittivo: «È falso dire che il regolamento nazionale non mette paletti. È vero l’opposto». Bonagura cita il regolamento nazionale per il tesseramento che prevede che «non è consentito il rilascio della tessera a persone che siano iscritte ad altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altre formazioni politiche all’interno di organi istituzionali elettivi». Non sono regole troppo strette per un partito che punta a numeri sempre più larghi? «Come dice Renzi, puntiamo agli elettori degli altri partiti non ai dirigenti. Ci sono interi pezzi dirigenziali del centrodestra in fuga, qualcosa dobbiamo fare». (fr.g.)

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