Bolzano

Pd, Bizzo: tessere, norme assurde

«Sono estraneo al caso Artioli ma siamo sempre più arroccati»



BOLZANO. Roberto Bizzo e il suo gruppo sapevano delle trattative romane per inserire Elena Artioli in LiberalPd? Spettatori divertiti o registi? C’è un disegno per ribaltare la maggioranza del partito, per mettere in minoranza Christian Tommasini in consiglio provinciale? Nel Pd come al solito imperversano gossip e scenari complottisti.

E Roberto Bizzo reagisce con rabbia: smentisce le ricostruzioni che lo riguardano e prende di petto il rigido regolamento sulle tessere. Ieri Bizzo ed Elena Artioli hanno parlato. Bizzo esclude un ingresso rapido nel gruppo: «Non ci sono i presupposti politici». Così il vicepresidente del consiglio provinciale. A lei, come capogruppo consiliare del Pd, spetta il potere di assenso a un eventuale ingresso di Elena Artioli nel gruppo. Accadrà a breve? «Non è un tema all’ordine del giorno. Se la Artioli entrerà nel gruppo sarà per un atto politico non per una decisione del capogruppo. Qualcuno vorrebbe trascinarmi a forza in questa storia, ma non ci sto. Nella assemblea di lunedì è emerso che qualcuno era al corrente, e non sto parlando di Luisa Gnecchi o Uwe Staffler». Chi allora? «No comment».

Per lei la tentazione di mettere Tommasini in minoranza potrebbe essere forte. «Non esiste. La mia storia e quella di Elena Artioli sono molto distanti. Mi sembra che nel Pd ci sia un problema gravissimo. Il filtro deve essere politico, invece con il nuovo regolamento si è voluto fare passare il problema di Elena Artioli come un problema di tessere. Ridicolo». Un anno di attesa per ottenere la tessera se si proviene da un altro partito, due anni se si è stati candidati in liste di centrodestra. «Ma di cosa parliamo? Se casini entrerà nel Pd gli chiederanno di aspettare un anno? E Scelta civica? È un problema di tessere o un ragionamento politico? Si usa questa vicenda per costruire barricate». L’assemblea lunedì si è divisa sul tesseramento. «Lo credo. Siamo una delle realtà italiane in cui viene adottato il regolamento più restrittivo. È proprio vero che Renzi si è fermato a sud di Salorno».













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