Pd, Delrio tentenna e Boschi lo affianca 

Ancora polemiche tra i Democratici altoatesini. Intanto la Svp fa un bilancio della legislatura: «Mai ottenuto così tanto»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il Pd nazionale si prende tempo. Questione di ore, si dice. Ma, intanto, anche ieri da Roma non è arrivata la comunicazione ufficiale sulle scelte per le candidature in regione. In primo luogo il nome del candidato per il collegio uninominale di Bolzano Bassa Atesina per la Camera. Il ministro Graziano Delrio in «pole position» come affermato più volte dagli stessi vertici altoatesini del Pd preferirebbe candidarsi nella sua Emilia e così riprende quota l’ipotesi che in Alto Adige si candidi il sottosegretario Maria Elena Boschi. Questo il nome che circolava ieri, a fianco di quello del ministro per le Infrastrutture. A livello locale dentro il Partito democratico non si placano le polemiche per il mancato traguardo di una candidatura altoatesina. Molto critico Matteo Bonvicini, consigliere comunale nel capoluogo e componente delle segreteria. «Si è scelta la strada che ha portato a delegittimare prima Liliana Di Fede, inventando di sana pianta presunte contrarietà della Svp, poi a trascurare la soluzione di Diego Zanella, che a mio parere sarebbe stata forse ancor più brillante ed efficace. Si è scelto, in sostanza, di andare a Roma a farci dire quello che non volevamo che ci venisse detto», così Bonvicini. Tesi che però viene rigettata dal segretario Alessandro Huber. «Siamo riusciti a portare a casa la ricandidatura di Gianclaudio Bressa. Sul secondo collegio uninominale il Pd da Roma ha scelto per un nome nazionale. Non c’erano spazi di trattativa», evidenzia Huber, ricordando che comunque candidati di livello governativo possono rappresentare un valore aggiunto per l’intera comunità altoatesina.

Fin qui i Democratici. Ieri, in casa Svp si è fatto un quadro della legislatura ormai finita. E la Stella alpina canta vittoria. «Noi non siamo come la Lega che pretende il 100% e non riceve mai nulla, la Svp ha dimostrato che accontentandosi di volta in volta di un singolo fiore alla fine ne porta a casa un grande mazzo». È la sintesi di Karl Zeller. Con 20 norme d’attuazione e 4 riforme dello Statuto di autonomia questa legislatura «è stata la più fruttuosa dal 1948», sottolinea il senatore che non si ricandida. «Noi siamo diversi - prosegue Zeller - mentre tutti a Roma chiedono poltrone noi puntiamo alle norme di attuazione». «La Svp - aggiunge il deputato Daniel Alfreider, pronto per la giunta provinciale - ha sempre le idee chiare, visto che la sua missione è il bene dell’intero Alto Adige». Un grazie è andato ai governi di questi ultimi 5 anni. Stop alla politica attiva anche per il senatore Hans Berger, con azienda agricola, hotel e qualche ora da maestro di sci che lo attende in Valle Aurina. Un rammarico di fine legislatura? «La mancata norma d’attuazione sulla toponomastica». Ma non ci si ferma neppure in questa fase. C’è da concludere l’iter per la nuova concessione A22.













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