Pd, Spagnolli tira la corsa alla Di Fede
Primarie per il segretario: Il sindaco, a sorpresa, appoggia la prima cittadina di Laives nella sfida con Randi e Gnecchi
BOLZANO. Aveva detto che si sarebbe tenuto fuori dalla competizione per il nuovo segretario Pd, invece ieri il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli è sceso in campo come capolista del collegio di Bolzano a fianco della candidata Liliana Di Fede, sindaco di Laives sostenuta dall’area Cuperlo, area Civati e AreaDem. A questo punto per gli altri due candidati, Mauro Randi (area Renzi) e Luisa Gnecchi (area Cuperlo), la strada in vista delle primarie, fissate per il 16 febbraio, si fa decisamente in salita. Anche se non è detta l’ultima parola: l’esito finale della competizione potrebbe essere influenzato dalla ripartizione dei seggi in palio fra i quattro collegi territoriali in cui è diviso l’Alto Adige. La commissione regionale per il congresso l’altra sera ha recepito la proposta sostenuta da Carlo Costa e dall’AreaDem che prevede l’applicazione di un meccanismo che dà un forte peso alla periferia. Mentre il gruppo dei renziani che fa capo a Randi e al consigliere provinciale Roberto Bizzo avrebbe preferito un meccanismo che dia più peso al collegio di Bolzano. La decisione finale la prenderà Roma martedì. Anche per questo motivo Gnecchi ha deciso di rinviare alla prossima settimana l’ufficializzazione delle liste che l’appoggeranno nella corsa alla segreteria.
Hanno deciso invece di presentarsi lo stesso giorno, ma ad un’ora di distanza uno dall’altro e in posti diversi Randi e Di Fede.
Randi, assessore comunale a Bolzano, ha scelto la sede del partito di piazza Domenicani. Il suo slogan si può sintetizzare in una parola: «Rinnovamento», a partire dal partito ovviamente. Al suo fianco Rosalba Leuzzi capolista per il collegio di Bolzano, Maura Galera per il collegio di Bressanone-Val Pusteria, Giovanni Polonioli per la Bassa Atesina e Ilaria Piccinotti, renziana della prima ora in sostituzione di Paolo Micheli che sarà il capolista per il collegio di Merano. Tutti seguaci del nuovo segretario nazionale che invocano un cambio di passo. «Ho due figli - dice Randi - uno studia, l’altro fa il ricercatore con contratto a termine di mille euro al mese: conosco i problemi reali ed è di questo che voglio tornare a parlare con la gente. Con me il Pd sarà un luogo di confronto e un partito aperto. Anche per questo non ho scelto nessun vice».
Un’ora più tardi in via Resia all’ex circolo Masetti, alla presentazione della candidata Liliana Di Fede c’è tutto lo stato maggiore del partito: dall’assessore provinciale Christian Tommasini all’assessore comunale Chiara Pasquali, Carlo Costa, vicesegretario provinciale e coordinatore dell’AreaDem, Thomas Demetz, coordinatore dell’area Civatti, Mauro De Pascalis, consigliere comunale e coordinatore dell’area Cuperlo, Cornelia Brugger, candidata alle ultime provinciali. Ma la vera sorpresa è rappresentata da Spagnolli che potrebbe essere determinante nella corsa alla segreteria. Lo slogan di Di Fede (suoi vice Costa e Brugger) è: «Fare squadra». In realtà le divisioni sono profonde all’interno del partito, ma la candidata assicura: «Ci riconosciamo tutti negli stessi principi».
Così Spagnolli spiega la sua decisione di scendere in campo a fianco del sindaco di Laives: «È colei che meglio può tenere insieme il Pd e svilupparne, con profitto del popolo, le alleanze». E poi ancora: «Finora sono sempre stato volutamente estraneo a ruoli di partito, ma dopo l’esperienza di questi ultimi anni, in cui segretario e vice provenivano dalla cosiddetta società civile, credo opportuno valorizzare nel Pd l’esperienza di amministratori attivi anche in un ruolo importante, come quello del segretario».