Pd, su Degasperi decideranno i garanti

Di Fede: «Le regole sono chiare». Bonagura: «La tessera va cancellata». Passalacqua (Liberal Pd): basta con i vecchi schemi


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Claudio Degasperi (consigliere comunale di Team A, eletto nella lista della Lega) si iscrive al Pd grazie alla campagna di tesseramento on-line e il Pd locale questa volta non sale sulle barricate. Profilo basso, la parola d’ordine è «vogliono provocare, non cadiamo nella trappola». Ma non c’è solo questo. Da un lato i contrari scommettono sulla cancellazione della tessera in base alle regole interne. Dall’altro lato gli stessi contrari sono consapevoli che è lo stesso Renzi a reclamare un Pd con le porte aperte. Meglio astenersi da brutte figure, come l’inutile spedizione a Roma per ottenere l’esclusione di Elena Artioli, Degasperi e il loro gruppo da Liberal Pd di Enzo Bianco, dove sono comodamente alloggiati. Questa la giornata di ieri.

Prima le regole. Liliana Di Fede, la segretaria provinciale, si rimette alle regole interne del Pd: «Roma ci invierà l’elenco dei tesserati on-line. Per l’iscrizione definitiva serve la firma dei presidenti di circolo. Si farà un controllo in base alle regole e la commissione di garanzia deciderà. Giustamente è offerta l’opportunità del tesseramento via web, ma un grande partito per fortuna ha anche delle regole e una distinzione tra ruoli». Il regolamento provinciale fissa due anni di attesa per chi proviene dal centrodestra e un anno per chi arriva da altri partiti. Lo statuto nazionale impedisce il tesseramento «a persone che siano iscritte ad altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altre formazioni politiche all’interno di organi istituzionali elettivi». La tessera inviata via mail a Degasperi lo iscrive al circolo Gries-San Quirino, attualmente privo di presidente. È probabile che la tessera debba essere firmata allora dal segretario cittadino Sergio Bonagura, che a scanso di equivoci su facebook scrive: «Il segretario di circolo non firmerà la tessera». Anche Ilaria Piccinotti tiene bassa la polemica e sottolinea: «Ci sono organismi e regole da rispettare. Oltre al regolamento provinciale, anche lo statuto mi sembra chiaro nel porre certi filtri». Da renziana doc, Ilaria Piccinotti sottolinea la sua versione sul partito con le porte aperte: «Aperto non significa spalancato. Ci sono profili e profili... Anche Migliore è uscito da Sel ma non è entrato subito nel gruppo parlamentare del Pd. Nel resto d’Italia la nostra vicenda di Liberal Pd viene giudicata “bizzarra”, diciamo così. Degasperi ha chiamato in causa l’ingresso nel Pd di un pezzo dell’Udc. Sandro Repetto, tra i primi del gruppo, lo gela: «Nessuno di noi è mai andato con i leghisti a sventolare prosciutto davanti ai centri musulmani. Non diciamo stupidate per favore». Sempre più disincantata Vanda Carbone: «La vicenda Degasperi è surreale, ma il Pd ha problemi più seri. Sono segretaria a Merano e facciamo molta fatica nel tesseramento. I nostri iscritti non vogliono rinnovare la tessera. Ci dicono: “Secondo Renzi sono più importanti gli elettori. Perché venite a chiedermi di iscrivermi?». Carbone: «C’è chi arriva e c’è chi va. Non mi ricandiderò segretaria».

I favorevoli. A Roberto Bizzo sembra scontato: «Renzi vuole un Pd al 51%, di cosa parliamo allora? Ci sono regole? I garanti si attivino. Per quanto mi riguarda mi rifiuto di giudicare moralmente le persone. Alla Leopolda c’era Migliore e nessuno si è impressionato». Gianfranco Passalacqua, vicesegretario nazionale di Liberal Pd, interviene sulla pagina facebook di Degasperi citando esempi di iscrizioni al Pd da Sel a Forza Italia: «Può piacere o meno, ma un soggetto politico che intende rappresentare la maggioranza dei cittadini deve essere capace di accogliere, e non respingere, sulla base di una piattaforma valoriale non ancorata a vecchie appartenenze ma a nuove narrazioni». Degasperi resta fermo: «Mi bocciano l’iscrizione? Farò ricorso a Roma. Non mi arrendo facilmente».

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