Pedofilia, l’autista è pronto a risarcire

È accusato di aver avvicinato e molestato tre ragazzine che trasportava ogni mattina con lo «Scuolabus»


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Prima udienza del processo per violenza sessuale a carico dell’ autista di uno scuolabus (con servizio in convenzione con la Provincia per il trasporto degli alunni) arrestato nei mesi scorsi. L'uomo è accusato di aver pesantemente molestato tre ragazzine tredicenni con cui aveva contatti tutti i giorni in occasione del tragitto sino a scuola e ritorno. E' molto probabile che, almeno nel primo caso, l'uomo avesse carpito il numero di telefono cellulare della vittima con uno stratagemma per poi inviare alla piccola comunicazioni sms con espliciti riferimenti sessuali e proprie foto osè. Solo dopo alcune settimane la ragazzina decise di rivolgersi ai genitori i quali segnalarono la situazione alla magistratura. Citato in giudizio con rito immediato, l’imputato ha poi optato per il giudizio abbreviato. Il processo è ora entrato nel vivo e gli avvocati difensori (Andrea Gnecchi e Dieter Thomaseth) hanno ottenuto un rinvio di alcune settimane per verificare la possibilità di arrivare ad una intesa con le famiglie delle ragazzine molestate. In sostanza l’uomo (che attualmente è agli arresti domiciliari in una comunità di recupero psicologico di Verona) intende risarcire le famiglie e ottenere il ritiro delle costituzioni di parte civile. Si tratterrebbe, pero, solo di una mossa processuale. Gli avvocati difensori, infatti, hanno puntualizzato ieri che l’imputato non ha ammesso proprie responsabilità, per lo meno nella misura contestata nel capo d’imputazione. Per la posizione processualmente più pesante l’uomo infatti si difende sostenendo di aver avuto un rapporto “sentimentale” con la bambina con cui però - sotto il profilo fisico - vi sarebbero stati solo abbracci e bacini sulla guancia. Ma agli atti del processo ci sono anche 4 mila messaggini sms che l’uomo avrebbe inviato alla ragazzina nell’arco di un anno anche con comunicazioni e immagini osè. In un secondo episodio l’uomo è accusato di aver toccato nelle parti intime un’altra tredicenne alla presenza di una coetanea. Per fortuna l'imputato non è arrivato al punto di compiere violenze sessuali in senso stretto ma nel secondo e terzo caso è riuscito ad andare oltre le molestie di carattere telefonico. Anche in questo caso per diversi tempo le ragazzine avrebbero subìto le violenze in silenzio, facendo scudo al terribile segreto di cui si vergognavano. E' stata la prima denuncia a indurre anche le altre due giovanissime a parlare. Tutte e tre sono state ascoltate dal magistrato, con l'aiuto del servizio psicologico, con incidente probatorio. Ora l’imputato tenterà di risarcire le famiglie sperando in un patteggiamento.

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