BOLZANO. Il giovedì è stato il culmine del pellegrinaggio diocesano a Santiago de Compostela con la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale di Santiago all’altare maggiore vicino al famoso turibolo oscillante chiamato Butafumeiro.

Nella sua omelia il vescovo della diocesi di Bolzano e Bressanone Ivo Muser ha spiegato il ruolo dell’apostolo Giacomo, detto il Maggiore, che fu presente ai principali miracoli del Signore, alla Trasfigurazione di Gesù sul Tabor e al Getsemani alla vigilia della Passione.

Inoltre, è stato il primo tra gli apostoli ad essere martirizzato con la decapitazione in Gerusalemme verso l'anno 44 per ordine di Erode Agrippa.

“Giacomo appartiene a quella ristretta cerchia, da cui tutto ebbe inizio: il Vangelo che annunciamo, la fede che proclamiamo, l’eucaristia che celebriamo si basano sul fondamento degli apostoli”, ha affermato il vescovo Ivo Muser. L’alto prelato ha poi aggiunto: “Tutto quello che c’era tra gli apostoli esiste ancor’oggi nei nostri cuori: La confessione di fede e il tradimento, l’entusiasmo verso Cristo e il fatto di non poter o voler capire le sue vie.”

“Per me il cammino di Santiago è stato il luogo che ha suscitato in me molte emozioni”, ha espresso una pellegrina di Bolzano, mentre un pellegrino della val Venosta ha definito questo pellegrinaggio diocesano come “una grandiosa esperienza di fede”; per una pellegrina proveniente dalla val d’Isarco queste giornate erano in primo luogo “un cammino verso me stesso in un periodo di grandi cambiamenti personali.”

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