Pensione anticipata per 3 mila altoatesini 

Via alle domande per accedere all’Ape volontaria «ma prima informarsi bene» Il direttore regionale dell’Inps: «Sul nostro sito potete simulare costi e benefici»



BOLZANO. A livello nazionale si prevede che le domande saranno circa 300 mila, in Alto Adige tra le 2.500 e le 3 mila. Stiamo parlando della cosiddetta Ape volontaria, ovvero della possibilità di andare in pensione con 43 mesi d’anticipo. Requisiti: 63 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione. L’età salirà a 63 anni e cinque mesi nel 2019 perché passerà da 66 anni e 6 mesi a 67 anni l’età della pensione di vecchiaia. Da martedì scorso è possibile presentare le domande all’Inps. «Il mio consiglio - dice il direttore regionale dell’Istituto Marco Zanotelli - è di andare prima sul nostro sito e usare il simulatore per fare quattro conti, circa i costi, che in questo caso sono a carico del lavoratore, dell’andare in pensione con tre anni e sette mesi di anticipo. Poi, nel caso in cui il lavoratore abbia i requisiti, l’Inps entro 60 giorni gli comunica se la richiesta è stata accolta e a quali condizioni. Il beneficiario s’impegna quindi a restituire a rate, nell’arco di 20 anni, l’anticipo pensionistico. Nel caso in cui la persona dovesse morire prima della scadenza delle rate, il debito con l’Inps non ricade sui figli, ma interviene l’assicurazione prevista per l’Ape volontaria».

Ape sociale. Sono state invece finora 252 le domande per l’ Ape sociale (196 nel 2017 e 56 dall’inizio dell’anno ad oggi) e 767 (545 nel 2017 e 222 nel 2018) le domande di anticipo pensionistico da parte di lavoratori precoci. L'Ape sociale è riservata a chi ha raggiunto almeno i 63 anni; è in condizioni di bisogno e non ha ancora l'età per la pensione di vecchiaia.

Mentre per i lavoratori precoci si apre una finestra di uscita alla pensione con 41 anni di contributi versati a patto di rientrare in una delle categorie di disagio previste per l'Ape sociale: disoccupazione da almeno 3 mesi, familiari disabili a carico, invalidità pari o superiore al 75%, aver svolto un lavoro usurante per almeno 6 anni negli ultimi 7.

Una realtà diversa. Dalle richieste presentate in Alto Adige, come per altro in Trentino, emerge una realtà completamente diversa rispetto al resto d'Italia: è quella di un territorio in cui le difficoltà sociali ci sono, ma in misura largamente inferiore, e in cui ci sono molti lavoratori precoci, ovvero persone che avendo cominciato a lavorare giovanissime, hanno maturato il diritto di andare in pensione in anticipo.

«È un dato sicuramente positivo - commenta il direttore Zanotelli - che ci restituisce il quadro di un'economia sana dove si inizia a lavorare abbastanza presto e in cui non ci sono buchi contributivi, come accade spesso in altre regioni italiane. Qui il sistema di protezione sociale funziona. Tanto per fare un confronto, in Calabria le domande di Ape sociale hanno superato il 90%, mentre sono solo l'8-9% le richieste di anticipo pensionistico».

Per finanziare le due categorie di anticipo pensionistico il governo ha stanziato a livello nazionale 300 milioni per l'Ape sociale e 350 milioni per i precoci.

Fondi sufficienti per coprire tutte le domande di anticipo presentate in Trentino Alto Adige.(a.m)

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