Per l’omicidio di Rasun sarà decisivo l’umor vitreo 

L’analisi del potassio. Gli esperti hanno indicato con certezza scientifica l’ora del delitto È compatibile con la presenza in casa dell’imputata. Ma la difesa contesta violazioni formali


Mario Bertoldi


Bolzano. La battaglia processuale in Corte d’assise sull’omicidio di Kurt Huber a Rasun verrà probabilmente decisa da una disputa scientifica sul rilievo di potassio riscontrato nell’umor vitreo della vittima due giorni circa dopo il decesso. Per domani alle 14 è stato convocato davanti ai giudici il dottor Guido Mazzoleni, anatomopatologo dell’ospedale di Bolzano, che su disposizione della magistratura effetto il prelievo del liquido dal quale - sulla base di test scientifici ormai riconosciuti a livello mondiale - è stato possibile restringere notevolmente la forbice temporale relativa all’ora dell’omicidio. Per la difesa di Dzenana Mangafic, l’ex moglie che aveva assunto compiti di badante ora accusata di omicidio volontario premeditato, si tratta di un risvolto che potrebbe risultare decisivo. Non a caso gli avvocato Andreas Tscholl e Angelo Polo hanno già sollevato una serie di eccezioni procedurali nel tentativo di rendere inutilizzabili i risultati scientifici delle analisi che hanno fornito indicazioni compatibili con il teorema accusatorio della Procura della Repubblica. Sulla base dei test sul livello di potassio rilevato nell’umor vitreo Kurt Huber sarebbe stato ucciso tra le 10.45 e le 16.30 del 4 dicembre di due anni fa. Per quelle ore l’imputata non ha alcun alibi e sarebbe stata in compagnia della vittima. Il dato, che si sposa perfettamente con la ricostruzione accusatoria della Procura, potrebbe però risultare non utilizzabile per alcune contestazioni formali che nel diritto rischiano sempre di diventare sostanza. Gli avvocati difensori contestano infatti il mancato rispetto dei diritti di difesa dell’imputata che sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati il 5 dicembre, su iniziativa ovviamente della Procura. Lo stesso pubblico ministero Igor Secco avrebbe poi dato disposizione il 6 dicembre al dottor Mazzoleni di prelevare l’umor vitreo dagli occhi della vittima senza coinvolgere gli avvocati difensori e dar modo alla difesa della donna di nominare un consulente di parte in grado di verificare la correttezza delle operazioni peritali. Si tratta di una contestazione basata su un concetto cardine del nostro ordinamento giudiziario secondo il quale l’iscrizione sul registro degli indagati di una persona sospettata e sottoposta ad indagini è un atto voluto dal legislatore a tutela dei diritti di difesa. Ieri intanto il processo è proseguito con la deposizione di alcuni testi chiamati a deporre dalla Procura tra cui alcuni vicini di casa della vittima che proprio il giorno dell’omicidio hanno partecipato ad una festa. E’ emerso che nessuno, nell’arco del pomeriggio, ha visto qualcuno entrare o fuggire dall’abitazione della vittima. L’imputata ha sempre parlato di aver visto fuggire dalla casa una persona vestita di scuro con un vistoso cappello nero. Che però nessun altro avrebbe mai visto.













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