Per la sciagura del treno danni per 10 milioni

Le assicurazioni, dopo aver risarcito i famigliari delle vittime, hanno fatto causa ai possibili responsabili civili. Dal giudice ieri è comparso anche Kompatscher


di Mario Bertoldi


BOLZANO. E’ entrato nel vivo il processo in sede civile per la sciagura del treno della val Venosta. Ieri pomeriggio si è svolta un’udienza di comparizione delle parti per un tentativo di conciliazione. L’udienza è stata poi aggiornata al 18 dicembre. La giudice Ulrike Ceresara sta dunque verificando la possibilità di arrivare ad una intesa tra le parti.

Tutti i famigliari delle vittime sono stati risarciti dalle compagnie di assicurazione della Sad (la società che gestisce il servizio di trasporto ferroviario in val Venosta). Le parti attrici, dunque, sono «Allianz» e «Alleanza Toro» intervenute in copertura delle responsabilità civili della Sad oltre alle assicurazioni «Generali» che hanno pagato il danno del treno. Complessivamente la richiesta risarcitoria avanzate dalle compagnie è di poco inferiore ai dieci milioni di euro di cui 6 milioni e 900 mila euro fanno riferimento ai risarcimenti già pagati ai famigliari delle vittime.

Ricordiamo che sul fronte dell’accertamento delle responsabilità penali il procedimento è ancora in corso e vede sul banco degli imputati solo soggetti legati al Consorzio di bonifica. Si tratta di un soggetto che opera a tutti gli effetti come datore di lavoro con propri dipendenti. La normativa prevede che ogni datore di lavoro si munisca di un documento di valutazione rischi a tutela dei lavoratori impiegati in azienda.

L'indagine ha dimostrato che il consorzio commissionò una prima valutazione rischi nel 1996, disinteressandosi poi del problema per sette anni. Nel 2003 venne contattato (come possibile responsabile del settore sicurezza) l'ingegner Manfred Lechner che ebbe l'incarico, ma solo per un anno. Poi non fu fatto più nulla sino a tre settimane dalla sciagura (nel 2010) quando lo stesso ingegner Lechner venne nuovamente incaricato di predisporre un documento valutazione rischi. Quando la frana si abbattè sul treno non aveva però ancora consegnato il documento nè aveva avuto un incarico ufficiale.

Proprio per questo motivo nel procedimento penale è stato completamente scagionato. Il professionista è stato però chiamato in causa in sede civile assieme allo stesso Consorzio di bonifica. Tra le parti anche la Provincia autonoma di Bolzano (ieri rappresentata davanti alla giudice Ceresara dal presidente Arno Kompatscher), l’ Associazione separata dei beni di uso civico di Laces, la «Sta spa» (la società provinciale che gestisce le infrastrutture e progettò la riapertura della linea e la «Sba srl», responsabile della gestione della linea ferroviaria. Lo sforzo che tutte le parti in causa stanno facendo è di trovare un punto di intesa per evitare una causa civile dispendiosa e lunghissima.

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