«Per la viabilità sarà un vero disastro»

BOLZANO. «Se all’inizio ero contrario al piano Benko, oggi lo sono ancora di più. Perché va contro la nostra storia, va contro l’impegno sociale di questi anni: è esattamente il contrario di quello...


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Se all’inizio ero contrario al piano Benko, oggi lo sono ancora di più. Perché va contro la nostra storia, va contro l’impegno sociale di questi anni: è esattamente il contrario di quello che si è fatto finora». Roberto D’Ambrogio, architetto bolzanino, fa parte del gruppo di associazioni e partiti che spera che la consultazione popolare bocci il piano Benko.

Scusi, ma perché dice che il piano Benko stravolgerebbe quello che si è fatto finora: la preoccupa il centro commerciale?

«No, mi preoccupa innanzitutto il problema della viabilità».

In che senso?

«Perché in questi anni si è lavorato - e non si è fatto comunque abbastanza - per cercare di lasciare fuori dalla città il traffico, realizzando il parcheggio Centro di via Mayr Nusser, adesso il piano Benko riporta le auto in città».

Scusi, ma il piano prevede l’interramento del traffico.

«A parte il fatto che l’interramento dovrebbe farlo il Comune, in ogni caso si riportano le auto in città e si realizzano alcune centinaia di nuovi parcheggi. E poi c’è un altro problema».

Che sarebbe?

«L’intervento dal punto di vista urbanistico è di quelli molto importi: durerà minimo cinque anni, ma non escluderei che possano servirne anche dieci. Provi ad immaginare questo cosa significherà per il traffico. Quello tra via Garibaldi, via Alto Adige, piazza Stazione è già oggi un punto critico per la circolazione, quando ci saranno cantieri, gru, camion in circolazione, non ci si muoverà più».

Viabilità e traffico a parte, quali sono gli altri motivi di contrarietà?

«Non mi piace che sia una cosa che arriva da fuori e che a portarla avanti sia un privato».

Si è mosso il privato, perché il Comune è fermo da anni.

«In parte è vero: il Comune capoluogo non ha mai brillato per iniziativa. C’è da dire però che l’arrivo di Benko a Bolzano ha bloccato tutto il resto».

Rinunciare a Benko significa rinunciare alla riqualificazione di quella che è la principale porta d’accesso al centro storico e non ci si può aspettare che lo faccia il Comune.

«Non si può pretendere che lo faccia il Comune, per il semplice fatto che non è una priorità. Si è continuato a dire che quella è una zona degradata perché in questo modo sono calati i prezzi degli immobili».

Come valuta il secondo piano rielaborato dall’archistar inglese David Chipperfield?

«Non mi piace. Per assurdo mi piaceva di più la prima soluzione che, pur occupando gran parte di parco Stazione, aveva una sua logica. Questo, rimaneggiato e corretto, non ce l’ha più».

Una curiosità: se fosse lei a decidere, cosa farebbe?

«Riporterei la regia dell’intera operazione nella mani del Comune e sentirei i bolzanini per capire cosa vogliono».

E rinuncerebbe ad incassare 70 milioni.

«Il valore delle aree e degli immobili comunque rimane. Ci potranno essere altri privati interessati, ma ripeto secondo una regia decisa dall’amministrazione comunale, non imposta da un privato».

Al posto del centro commerciale fulcro del piano, lei cosa farebbe?

«Un bellissimo mercato coperto».

Cosa pensa del progetto per il rilancio del Virgolo con la funivia che parte da piazza Verdi?

«Quello mi piace e devo ammettere che il Virgolo sì è un’area degradata che andrebbe recuperata. Ho però qualche dubbio di tipo geologico sulla possibilità di realizzare una struttura a sbalzo come stazione a monte».













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