bolzano

Perde l’uso di un braccio: causa da 1 milione all’Asl

Un paziente, vittima di un incidente sul lavoro, lamenta il rifiuto di cure adeguate. Paralizzato alle gambe, ora non riesce più neppure a muovere gli arti superiori


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Un cittadino marocchino domiciliato in Alto Adige dal 1990 con la famiglia (moglie e tre figli) lamenta conseguenze fisiche molto pesanti a seguito dell’omessa assistenza sanitaria a cui avrebbe avuto diritto. L’uomo, che nel 2008 rimase vittima di un grave incidente sul lavoro mentre era impegnato in qualità di corriere a consegnare alcuni pacchi, ha dato mandato all’avvocato Marco Boscarol di avviare un contenzioso civile nei confronti dell’Azienda sanitaria altoatesina «per mancata erogazione di attività riabilitativa con aggravamento della sindrome neurologica».

In sostanza l’uomo, che ha 47 anni e vive con la famiglia a Salorno, dal giorno dell’incidente sul lavoro è costretto su una sedia a rotelle, è completamente paralizzato agli arti inferiori (a seguito di gravi lesioni alla colonna vertebrale e midollari con effetti irreversibili) ma a seguito di una degenerazione neurologica non contrastata efficacemente ora ha perso anche l’uso del braccio destro che è ormai “completamente morto”. In effetti con il braccio destro l’ex corriere non riesce più neppure a sostenere una forchetta.

Per l’incidente sul lavoro l’uomo sta ottenendo i previsti contributi assistenziali. Ora però la sua condizione esistenziale è ulteriormente peggiorata a seguito della perdita totale della funzionalità del braccio destro che sarebbe da imputare a mancati trattamenti di fisioterapia che alcuni medici specialisti gli avevano prescritto tre anni fa e che il paziente non è mai riuscito ad ottenere dall’Azienda sanitaria.

La documentazione consegnata all’avvocato è impressionante perché dimostra come il paziente abbia cercato aiuto da diversi specialisti per tentare di fermare gli effetti di una grave atrofia muscolare degenerativa non trovando mai adeguate risposte dalla sanità pubblica in Alto Adige. E questo nonostante le indicazioni cliniche emerse in occasione di visite specialistiche (a Trento, Modena, Verona) con diagnosi e terapie sistematicamente ignorate sino alla perdita dell’uso del braccio da parte del paziente. Non è ancora chiaro cosa abbia provocato questo comportamento da parte dei responsabili sanitari altoatesini.

La vicenda ha però evidenziato scollamenti tra settori e disorganizzazione. Basti pensare che le richieste di assistenza del paziente sono state per mesi e mesi ignorate nonostante le impegnative rilasciate da almeno un paio di specialisti di fuori regione. Ma c’è di più. Il 26 ottobre 2015 il paziente, comprensibilmente preoccupato per la progressiva paralisi del braccio destro, ha inviato una diffida al servizio riabilitazione dell’Azienda sanitaria altoatesina lamentando di aver prenotato inutilmente un ciclo di 30 sedute fisioterapiche con impegnativa prioritaria senza mai aver ottenuto il servizio. Nulla però si è mosso- Come detto la vicenda finirà davanti al giudice civile.

L’avvocato Boscarol ha già quantificato un primo danno biologico (per la perdita dell’uso del braccio ormai irrecuperabile) di 490 mila euro, cui andrà aggiunta anche la quantificazione del danno morale che complessivamente farà lievitare a 800/900 mila euro la richiesta risarcitoria complessiva. Ed è probabile che, proprio sulla base dei certificati medici, l’avvocato Boscarol inoltri anche un esposto penale per «rifiuto di atti d’ufficio».













Altre notizie

Attualità