GIUSTIZIA

Perseguita la ex, gli tolgono la pistola 

Il provvedimento chiesto d’urgenza dalla Procura. La donna ha denunciato anni di terrore con pestaggi casalinghi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Tre anni di convivenza, ben presto trasformata in un vero e proprio inferno. Poi, dopo la decisione di chiudere il rapporto sentimentale, un altro lungo incubo, non ancora terminato. E’ la storia drammatica di una donna bolzanina di 53 anni che dopo essere stata più volte pesantemente picchiata, insultata e minacciata dal compagno con cui conviveva in un paese a pochi chilometri da Bolzano, si è trovata anche ad affrontare un lungo periodo di vera e propria persecuzione. Ora la vicenda è approdata davanti al tribunale perché l’uomo è sotto processo per maltrattamenti e atti persecutori, cioè stalking. La donna che per alcuni anni ha subìto in silenzio la violenza del convivente di cui si era innamorata, ora chiede giustizia. La sua è una storia caratterizzata da episodi particolarmente brutali. In un paio di casi la donna (che si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avvocato Giancarlo Massari) fu costretta anche a rivolgersi all’ospedale per un principio di asfissia a seguito di un tentativo di strangolamento. Il processo penale (giunto alla terza udienza) è affidato al giudice Michele Paparella che sino ad oggi ha sentito una decina di testimoni chiamati a deporre dalla pubblica accusa. Tutti hanno confermato in pieno quanto emerso nel corso dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Andrea Sacchetti. Il capo d’imputazione, molto dettagliato, è impressionante. L’uomo ha 49 anni, con una famiglia d’origine dell’alta borghesia veneziana. Per la Procura avrebbe procurato alla compagna per anni continue sofferenze fisiche, psichiche e morali «tali da tendere la vita di coppia intollerabile, aggredendola fisicamente». La donna sarebbe stata più volte umiliata con epiteti ingiuriosi, manifestando una gelosia ossessionata e malata. In un’occasione la donna sarebbe svenuta dopo essere stata sbattuta sul letto, colpita con calci e pugni, fatta cadere sul pavimento della camera e poi presa a schiaffi dopo che la stessa vittima era rinvenuta. In un’altra occasione l’uomo le avrebbe tagliato una palpebra e l’avrebbe poi afferrata per la testa sbattendola contro un muro dell’appartamento. Tutti episodi che hanno trovato puntuale conferma, sino a questo momento, dalle testimonianze di amiche e parenti e dai certificati medici prodotti dalla parte lesa. L’imputato, come detto, deve anche rispondere di atti persecutori in relazione ad una serie di iniziative intimidatorie messe in atto dopo la decisione della donna di chiudere la relazione. L’uomo è accusato di aver messo nel mirino addirittura il nuovo compagno di lei arrivando al punto da recarsi a Crema per fotografare la casa dei suoi familiari postando poi su facebook l’ ’immagine di un edificio in fiamme con una scritta minacciosa. L’uomo ha poi postato sul web fotografie dell’ex compagna nuda ed in atteggiamenti sessuali. Nel corso dell’inchiesta la magistratura (che ha disposto nei confronti dell’imputato un divieto di avvicinamento all’ex convivente) è anche risultato palesemente pericoloso tanto che stessa Procura ha chiesto e ottenuto con procedura d’urgenza l’intervento del Questore. L’imputato, infatti, pur risultando in cura sotto il profilo psichiatrico, era in possesso di una pistola e del relativo porto d’armi che qualche mese fa è stato revocato per motivi di sicurezza. Tra il resto l’uomo si sarebbe più volte spacciato per agente dei servizi di sicurezza millantando ruoli nell’ambito degli apparati riservati dello Stato risultati del tutto fantasiosi. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 20 novembre.

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