Perseguitava la sua ex con gli sms: condannato

Severa sentenza della giudice Carla Scheidle: un anno e mezzo di reclusione con condizionale subordinata al pagamento di 6.500 euro di risarcimento


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Per evitare il carcere dovrà pagare un risarcimento di 5 mila euro entro fine anno, oltre a 1500 euro di spese legali. In caso contrario la pena detentiva (un anno e mezzo di reclusione), diventerà esecutiva sempre che l’imputato non impugni la sentenza in appello. E’ quanto ha previsto in sentenza la giudice Carla Scheidle a conclusione di un nuovo procedimento penale per forme di persecuzione (stalking) ai danni di una donna finita nel mirino del suo ex compagno che non si rassegnava della fine della loro storia sentimentale. A finire davanti al giudice è stato un uomo di 35 anni di Arzignano in provincia di Vicenza. Tommaso Centomo, questo il suo nome, non si dava pace per la fine della relazione con una giovane donna, originaria di Craiova in Romania. . La separazione avvenne nel gennaio del 2013. Per imporre un taglio netto al passato, la giovane donna decise di trasferirsi in Alto Adige ove aveva trovato un lavoro in un pub di Laghetti di Egna. Tommaso Centomo reagì in maniera molto minacciosa. Per alcuni mesi molestò in continuazione la ragazza con messaggi sms e chiamate telefoniche. Un comportamento asfissiante ma anche preoccupante al punto che l’ex compagna si era vista più volte costretta a segnalare la situazione alle forze dell’ordine temendo per la propria incolumità.

Vista la situazione, in un’occasione la donna decise di spegnere il telefono nel tentativo di avere un po’ di tranquillità, nella speranza anche di indurre l’ex compagno a rassegnarsi una volta per tutte. Quando riaccese il telefono a fine giornata trovò in memoria qualcosa come 300 chiamate. In altre occasioni, a telefono acceso, le telefonate nell’arco delle 24 ore sono state decine. La situazione - si legge nel capo d’imputazione - ha provocato alla donna “un perdurante e grave stato di ansia e paura” tale da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria, al punto da costringere la stessa ex compagna ad alterare le proprie abitudini di vita». Il tenore delle comunicazioni era sempre molto violento e minaccioso. La donna veniva sistematicamente insultata e accusata di avere una serie di relazioni di sesso con diversi stranieri, soprattutto albanesi. In un paio di occasioni l’uomo si presentò anche al pub di Laghetti di Egna ove la donna lavorava ed in un paio di messaggi preannunciò all’ex compagna che avrebbe individuato la sua nuova abitazione altoatesina minacciando di picchiarla al punto che non sarebbe stata più riconoscibile nemmeno dalla madre. La giovane donna, comprensibilmente preoccupata, chiese un paio di volte l’intervento delle forze dell’ordine. Dopo un monito orale da parte dei carabinieri, l’uomo decise finalmente di cessare una volta per tutte il comportamento vessatorio disinteressandosi completamente anche della denuncia che nel frattempo la donna aveva depositato e che ha generato il processo conclusosi ieri in primo grado. Tommaso Centomo non si è presentato in aula ed è stato difeso da un avvocato d’ufficio che non è mai riuscito ad avere con lui un contatto. Se non pagherà entro fine anno 5 mila euro di risarcimento all’ex compagna (oltre 1 500 euro di spese legali) in caso di mancato appello sarà chiamato a scontare concretamente la pena detentiva ad un anno e mezzo di reclusione. La sospensione condizionale della pena, infatti, è stata subordinata al pagamento del risarcimento.

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