Più donne in politica: il momento è ora

Coro di sì alla nostra petizione per la preferenza di genere: consenso trasversale tra i partiti, favorevoli anche gli uomini


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Doppia preferenza di genere per garantire l’elezione di più donne. La proposta piace. Non solo. Incontra un consenso doppiamente trasversale: tra formazioni politiche e tra uomini e donne. Iniziano ad arrivare le firme alla petizione dei giornali Alto Adige e Trentino a favore di un disegno di legge sulla preferenza di genere.

L’esempio è quanto appena avvenuto nel resto d’Italia alle elezioni comunali, dove ha debuttato la legge che prevede nei Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti di esprimere non solo una preferenza, come in passato, ma due, purché di sesso diverso.

In Trentino Alto Adige la legge elettorale per i Comuni è di competenza della Regione, mentre il consiglio provinciale ha potestà sulla legge elettorale provinciale. Non ci sono margini di tempo per introdurre la preferenza di genere nella legge per le provinciali del 27 ottobre , dove per la prima volta verranno intanto sperimentate le quote rosa: nelle liste c’è l’obbligo di riservare un terzo di candidature all’altro sesso. Se per le provinciali la partita è chiusa, è possibile dare comunque un segnale.

A Trento hanno deciso così: l’iter dei tre disegni di legge che riguardano la parità di genere in materia elettorale e le cosiddette preferenze rosa, a firma rispettivamente di Margherita Cogo (Pd) Franca Penasa (gruppo misto) e Roberto Bombarda (Verdi), verrà avviato nella commissione del consiglio trentino il 27 giugno. La petizione dell’Alto Adige vede come prima firmataria Brigitte Foppa, capolista dei Verdi, seguita da lettori e esponenti politici come Enrico Lillo (Pdl), Vanda Carbone e Daniela Rossi Saretto (Pd), Guido Margheri (Sel), Angelo Gennaccaro (Udc).

Per Brigitte Foppa è una conferma: «I Verdi nei mesi scorsi avevano chiesto di inserire la preferenza di genere nella nuova legge elettorale provinciale. Proposta respinta, è passata solo la quota rosa nella lista». I Verdi hanno sperimentato la preferenza di genere nelle primarie dell’8-9 giugno, che hanno incoronato capolista la stessa Foppa: «Questo sistema responsabilizza tutti, uomini e donne, ad avere più donne in politica».

Angelika Margesin, leader delle donne Svp, sottolinea: «Può essere una iniziativa sensata, visto che a Roma la preferenza di genere ha provocato quasi la quadruplicazione delle elette. Le donne della Svp hanno spinto per le quote rosa, vedremo se ciò basterà per garantire più elette. Altrimenti valuteremo se fare ulteriori passi». Favorevole Elena Artioli (Lega), che aggiunge: «Le leggi non servono, se non sono accompagnate da servizi che aiutino le donne a gestire famiglia e attività politica».

Luisa Gnecchi (Pd)ricorda che anche le primarie del Pd per le politiche prevedevano la preferenza di genere: «È un buon meccanismo». Sì condizionato da Michaela Biancofiore (Pdl): «Da altoatesina sono contraria alle gabbie etniche o sessuali. Non mi opporrei comunque alla preferenza di genere, anche se da eletta più votata so che chi vale può emergere».

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