Più scambi tra scuole italiane e tedesche

La Kasslatter:«Allargare lo scambio che si adotta in IV superiore alle II ed alle III classi e pensare di estenderlo alle medie»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Se vogliamo veramente che i nostri ragazzi imparino l’italiano non possiamo pensare che il lavoro spetti solo ai professori che possono molto, non tutto. Dobbiamo darci da fare per promuovere i momenti di incontro extra scolastico (attraverso lo sport e l’associazionismo) ed allargare lo scambio che oggi si adotta in quarta superiore anche alle seconde ed alle terze classi e pensare di estenderlo, per esempio, anche alle medie». Così ha parlato ieri l’assessore alla scuola in lingua tedesca, Sabina Kasslatter Mur, a margine dell’assemblea annuale della Consulta dei genitori delle scuole di lingua tedesca che si è tenuta al Centro pastorale. E l’assessore spiega che è tempo di lavorare con l’assessore alla scuola in lingua italiana, Christian Tommasini. «Dovremo lavorare insieme ad una delibera che mantenga saldi i principi dell’articolo 19 cercando metodi nuovi che consentano a tutti i nostri ragazzi di imparare le lingue. Sentite - continua l’assessore - resto dell’idea che la scuola in madrelingua debba rimanere tale ma dobbiamo, per esempio, lavorare per aumentare ed incrementare gli scambi perchè è così che si impara veramente la seconda lingua. Ho parlato con i genitori che sono entusiasti dei risultati ottenuti dai figli che hanno frequentato, per sei mesi o per un anno intero, la scuola italiana. Ma visto che non possiamo mandare troppi ragazzi tedeschi in una quarta superiore italiana - perchè se per esempio ce ne sono sette alla fine parlano tra di loro tedesco e non imparano nulla - credo sarebbe opportuno allargare lo scambio anche alle seconde ed alle terze superiori. E sarebbe opportuno iniziare a pensare di farlo anche alle medie. Possiamo ottenere il massimo con quello che già abbiamo».

Resta da capire come mai anche il mondo tedesco senta la necessità di questa apertura. Per due motivi. Prima di tutto perché la società sta crescendo e poi perché i bambini tedeschi che frequentano le elementari e le medie, soprattutto nelle vallate, non sanno l’italiano come dovrebbero. Non come lo conoscevano anni fa. «E non lo sanno perché gli insegnanti di italiano sono pochi e quei pochi che ci sono cambiano spesso e volentieri sede. I nostri ragazzi pagano così indirettamente il prezzo di una discontinuità didattica che finisce col penalizzarli pesantemente. Inutile che mi vengano a dire che devo aumentare il monte ore perché non è questo il punto. In 13 anni di scuola i nostri ragazzi accumulano dalle 1.600 alle 1.700 ore di insegnamento di italiano, senza impararlo mai veramente, quando a detta degli esperti ne basterebbero 1.200. Vedrò di muovermi per obbligare anche gli insegnanti di ruolo a lavorare il più possibile alle elementari, vedremo in che modo e vedremo anche come aiutarli nella formazione».

Marco Mariani, ex preside del liceo classico Carducci di Bolzano, oggi ispettore provinciale di italiano come seconda lingua per conto dell'intendenza scolastica tedesca spiega che il problema è reale: «Abbiamo docenti privi di titolo specifico o senza patentino che vengono assunti direttamente dai presidi che appena possono lasciano la sede nella vallata per avvicinarsi alla città. E che creano, così facendo, un forte problema di discontinuità didattica. Posso dire che oggi, in Alto Adige, l’alunno che vive in città gode di un docente di seconda lingua qualificato e stabile, cosa che non capita a chi vive lontano dai grossi centri».

Questione ben nota anche a Kurt Rosanelli, presidente della Consulta, che chiede all’assessore di attivarsi: «Nella valli l’insegnamento dell’italiano è carente, sia perché mancano i docenti, sia perché questi ogni volta che trovano un posto più vicino a casa se ne vanno. E così i ragazzi che frequentano le scuole elementari e le medie nelle valli hanno problemi con l’italiano e problemi poi quando passano alle superiori. Crediamo che sia venuto il momento di intervenire e siamo certi che la Kasslatter ci ascolterà». E cosa ne pensano i genitori tedeschi della settimana di vacanza per Ognissanti? «Ad alcuni non piace ma la maggioranza è d’accordo anche perchè è giusto staccare. E poi alla fine si tratta solo di tre giorni in più». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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