Più tumori del cavo orale «Lesioni in bocca, attenti» 

Dati preoccupanti: in Regione a tutt’oggi sono in cura 2000/2500 persone Il primario Luca Calabrese: «Troppi pazienti hanno sottovalutato i sintomi»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Fate attenzione alle lesioni in bocca. Non trascurate afte, macchie bianche (leucoplachie), macchie rosse (eritroplachie), noduli, traumi che non passano, ferite sulla lingua che non cicatrizzano perchè potrebbe anche trattarsi di lesioni precancerose. Attenti anche ai microtraumatismi causati da denti rotti, scheggiati. Se durano più di 15 giorni fatevi vedere dal medico... potrebbe anche ipotizzare una biopsia».

Luca Calabrese, primario di Otorinolaringoiatria al San Maurizio - considerato un luminare del settore, arriva dall'Istituto europeo di oncologia di Milano (quello di Umberto Veronesi) - dice che i tumori della testa e del collo in Alto Adige sono in forte ascesa «siamo tra i primi in Italia» e in regione a tutt’oggi sono in cura 2.000/2.500 persone. Ma chi è il paziente tipo? Ha 50/60 anni, fuma, beve, una scarsa coscienza sanitaria ed una grande tolleranza del dolore e del disturbo. In sintesi anche se ha male, sottovaluta il sintomo perchè se è in bocca cosa vuoi che sia... e non va a farsi vedere. Per questo il medico lancia un doppio appello alla popolazione «per piacere non sottovalutate i sintomi», ai dentisti e agli odontoiatri «siete voi i paladini della prevenzione, aiutateci a sensibilizzare i pazienti». Ha dato una mano anche l’Ordine dei medici. «Ho esposto il problema e sono riuscito ad organizzare nei giorni scorsi un pacchetto formativo al quale hanno aderito circa 200 tra medici di medicina generale, dentisti ed odontoiatri. Sono convinto che il coinvolgimento dei colleghi sia fondamentale per fare passi avanti nel solco della prevenzione». Il reparto dell’ospedale lavora per creare un Centro di eccellenza nella chirurgia oncologica cervico-facciale ed offrire ai malati percorsi di cura all’avanguardia che vadano dalla diagnosi precoce (fondamentale) alla gestione dei casi complessi e, per battere la malattia - ed abbattere la mortalità che in Alto Adige resta elevata, più delle altre regioni - chiede anche più consapevolezza. «L’anno scorso abbiamo trattato 180 pazienti e nel 70% dei casi la neoplasia era già in fase avanzata. E questo perchè il paziente aveva sottovalutato i sintomi». Per il primario gli altoatesini purtroppo bevono e fumano molto - hanno quindi una scarsa coscienza sanitaria - una soglia del dolore molto elevata e sottovalutano i disturbi. «Il fumo va demonizzato sempre perchè è sempre dannoso. Con l’alcol non è così ma il problema è bere male. Il guaio sono le ubriacature nel fine settimana, i ragazzini che trangugiano superalcolici e la bottiglia di vodka da 3 euro». E siccome sottovalutano i sintomi vanno a farsi vedere quando la malattia è già in stato avanzato. «Pensate che il registro tumori - ben curato da Guido Mazzoleni, primario di Anatomia patologica - ha riscontrato negli ultimi 15 anni solo 150 lesioni precancerose, questo significa che i pazienti che finiscono in ospedale a farsi visitare lo fanno quando la lesione e già diventata cancerosa. Purtroppo il paziente ha perso tempo ed avrà altre prospettive di guarigione».

La Lilt -Lega lotta ai tumori - ci ricorda che un tumore se preso in tempo si cura nel 90% dei casi. E stila un vademecum che pubblichiamo. «Ognuno di noi può giocare un ruolo determinante nella prevenzione sia primaria che secondaria. Si suggerisce pertanto dinon fumare o smettere al più presto se si fuma. Non abusare di alcolici. Preferire bevande a a basso tenore alcolico come il vino o la birra (non più di 2 bicchieri al giorno per l’uomo e uno per la donna). Proteggere le labbra con creme che schermano le radiazioni ultraviolette. Osservare un’adeguata igiene orale usando, se necessario, non solo spazzolino e dentifricio per pulire i denti, ma anche scovolino o quant’altro suggerito dallo specialista». Consigliato periodicamente l’autoesame della bocca e regolari sedute dal dentista e, in presenza di sintomi, andare subito dal medico specialista. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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