Piani: dopo mezzo secolo il rione ha la sua piazza

Gran folla e mezza giunta comunale all’intitolazione a Don Vittorio Franzoi Il rione attendeva dal 1960. Uno spiazzo sicuro anche per i bimbi delle Chini



BOLZANO. Pioveva a dirotto, fuori sulla piazza, e così si è scelto di fare i discorsi ufficiali alla fine della santa messa celebrata in una chiesa di San Giuseppe gremita come poche altre volte. A conferma di quanto il quartiere abbia atteso la realizzazione della piazza intitolata a don Vittorio Franzoi, nel cuore dei Piani, e inaugurata ieri mattina dal sindaco Luigi Spagnolli assieme agli assessori ai Lavori pubblici Luigi Gallo, alla Mobilità Judith Kofler Peintner e all’ambiente Patrizia Trincanato.

Sembra incredibile, ma piazza don Franzoi ai Piani era attesa da quando è stata costruita la chiesa. Come testimonia l'iscrizione sul frontone dell’edificio: 1960. Fatto il semplice calcolo, fanno la bellezza di 54 anni. Cinquantaquattro anni.

Promessa più volte dalle amministrazioni comunali che si sono susseguite nei decenni, è sempre rimasta sulla carta.

Anche quando diversi anni fa si è scavato sotto lo spiazzo davanti alla chiesa per costruire il garage interrato per residenti e sembrava essere la volta buona, in realtà si è dovuto attendere ancora, nonostante il bel cartellone colorato che mostrava il rendering di come sarebbe dovuta diventare la piazza: risistemata in superficie da parte del Comune e rinverdita.

Il rendering è rimasto a far bella mostra di sé per un bel po’ di tempo. Anni.

Oggi, quello che è stato per troppo tempo uno spiazzo invaso dalla polvere in estate e dal fango nella brutta stagione, è una piazza vivibile per tutto il quartiere.

Lungo tutto il perimetro, infatti, il Comune ha messo a dimora una serie di piante; sarebbero addirittura seicento, tra grandi e piccole, secondo l’assessore Patrizia Trincanato.

In fondo alla piazza c’è una piccola fontana che dà un tocco di vita all’insieme.

Può diventare un punto d’incontro per chi abita nella zona di via Dolomiti, la piazza Don Franzoi, oltre che uno sfogo per i tanti bambini che frequentano le scuole elementari Chini, un istituto sia di lingua italiana che tedesca.

«La piazza - spiega l’ingegnere del Comune Mario Bergher, dirigente dell’ufficio Infrastrutture e arredo urbano - ci consente di spostare lì da via Dolomiti l’ingresso della scuola. Una cosa importante, perché mette in sicurezza i bambini che entrano ed escono dalle Chini».

Con l’inaugurazione di ieri, si chiude la prima parte dei lavori. Il secondo lotto è più complesso e proprio per questo nessuno azzarda a sbilanciarsi sui tempi di realizzazione. Il progetto prevede infatti di espropriare dei terreni, dove attualmente ci sono dei vecchi magazzini che fanno parte della proprietà Eder, per farci passare una strada che si imboccherebbe da via Dolomiti.

«Servirà - spiega Begher - per accedere alle nuove case che dovrebbero sorgere sull’area ex Reinisch».

In realtà per il momento è tutto fermo. Per i costruttori questi non sono i tempi migliori per buttare sul mercato nuovi alloggi. Da parte sua l’amministrazione non ha fretta di partire con l’iter degli espropri, perché in questo momento ci sono altre priorità.

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