Piani, il Mercato generale va verso la liquidazione

Il commissario Berger incarica l’avvocato Polonioli di sciogliere il Consorzio Si profila la privatizzazione dell’ente. C’è preoccupazione fra gli operatori


di Davide Pasquali


BOLZANO. I contorni dell’operazione ancora non sono stati resi noti e gli stessi interessati, compresa la stessa presidenza dell’ente, al momento non ne conoscono i dettagli in profondità.

Fatto sta che ieri mattina - come un fulmine a ciel sereno, ma poi mica più di tanto perché più di qualcuno se lo aspettava - si è diffusa una indiscrezione, confermata poi nel pomeriggio dal commissario straordinario del Comune Michele Penta: il mercato generale dei Piani va verso la liquidazione. Il tutto dovrebbe avvenire al massimo nel giro di tre anni, ma probabile saranno meno. Dell’operazione si sta occupando da tempo il vicecommissario del Comune Hermann Berger, ex segretario generale della Provincia e attualmente assessore comunale al patrimonio e alle attività economiche. Il Comune di Bolzano, che con il 54% delle quote detiene la maggioranza dell’ente (contro il 24% della Camera di commercio, il 10% della Provincia e un altro 10% dell’Unione operatori) intende dunque liquidare il consorzio che gestisce il Mercato generale.

L’incombenza sarebbe stata affidata all’avvocato Giovanni Polonioli, che sarebbe stato incaricato di sciogliere il Consorzio, prenderne le redini per tre anni al massimo ed eventualmente assegnare un’altra area ad (altri) privati.

Si tratta a ben vedere di un’idea più volte caldeggiata da una parte della Svp, sempre piuttosto insofferente nei confronti del mercato generale gestito dalla mano pubblica, ovviamente sotto la spinta di certo commercio cittadino da sempre ostile alla funzione calmieratrice del mercato stesso, ostilità oltremodo accresciuta negli anni dall’apertura, all’interno dell’area, della Coop.

Solo pochi giorni fa la presidente Alda Picone aveva dichiarato: «La situazione di stallo istituzionale creatasi negli ultimi mesi per la coincidenza della scadenza della società consorzio e della concessione, situazione risoltasi solo a febbraio con una proroga ormai inferiore a tre anni, non è certamente di stimolo per le ditte insediate al mercato attualmente, né favorisce il reperimento di nuovi operatori». Quanto di recente prospettato al consorzio dal commissario delegato del Comune in merito ad un possibile spostamento di attività sull’areale ferroviario, aveva concluso Picone, «se da un lato crea una prospettiva concreta alle ditte per il futuro - anche se non è chiaro ad oggi come e quando - dall'altro frena possibili investimenti nella sede attuale».

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