Piazza Don Bosco rinasce  e recupera l’anima popolare 

L’assessora Lorenzini: «La riqualificazione passerà per un concorso di idee Basta spazi ridisegnati “in casa” con qualche pianta, come piazza Anna Frank»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Torna, come l'araba fenice. Non tanto dalle sue ceneri ma dai residuati della sua presenza urbana, come relitti di un tempo in cui era un luogo fortemente identitario. Tra fede e lavoro, chiesa e fabbriche a pochi passi, campane e sirene delle Acciaierie. È piazza Don Bosco. E la notizia è che si rifarà. Provando a recuperarne l'anima popolare e sociale.

«Il progetto è arrivarci, alla riqualificazione, attraverso un concorso architettonico, un bando tra progettisti dopo una prima fase di ascolto», dice Maria Laura Lorenzini. Che svela così un cambio di passo: non più piazze ridisegnate “in casa” con qualche pianta dalla Giardineria e un tocco di lavori pubblici ma una creazione professionale, proposta da urbanisti sottoposti a giudizio. L'innesco è stata Anna Frank, una piazzetta nei quartieri fortemente criticata nel suo percorso urbano dall'assessora proprio come occasione perduta dall'amministrazione: «La si doveva immaginare attraverso una riflessione di tipo professionale e architettonico e, sopratutto, passando in mezzo ad un percorso di ascolto e condivisione», aveva chiarito. Ma c'è di più. Ed è questo: il Comune non si limiterà a riprogettare piazza Don Bosco ma estenderà un possibile intervento a luoghi e slarghi: tutti i lotti a potenziale valore di aggregazione sociale saranno presi in considerazione per una “riforma collettiva” del proprio ruolo nel quartiere. In sostanza: il quadrante compreso tra i rioni di Don Bosco ed Europa, con quella rete di vie e di ambiti che vanno da via Milano e Torino, Palermo fino alla trincea di via Druso e via Roma saranno inseriti in un concorso di idee per essere prese in considerazione come un "unicum" urbanistico da ripensare insieme.

Ecco il programma. 1) Piazza Don Bosco: come avvenuto per piazza Matteotti e sta ora avvenendo con la prossima pubblicazione del bando di progetto per piazza Vittoria, anche lei sarà riqualificata attraverso una fase iniziale di ascolto delle persone del quartiere e poi di condivisione con le parti sociali per capire le esigenze di questa parte di città. Accumulati gli elementi di cornice, il Comune dovrebbe infine varare un concorso di idee tra architetti per poi decidere quale progetto proverà a dare nuova vita alla piazza. 2) Nello stesso ambito o attraverso un bando separato c'è l'intenzione di chiedere una elaborazione complessiva delle potenzialità sociali e culturali delle piazzette e dei luoghi potenzialmente aggregativi di tutto quel quadrante urbano che tradizionalmente viene indicato come “i quartieri”. Quelle zone dice l'assessora «hanno vissuto decenni di grande espansione abitativa alla quale non ha corrisposto che parzialmente un intervento anche di tipo culturale e sociale».

Si vorrebbero evitare, ecco il senso profondo del programma urbano, interventi a macchia di leopardo, come è avvenuto per piazzetta Anna Frank o anche piazza Pichler, sempre nei lotti di espansione recente. Ma tutte le prossime progressioni riqualificative dovrebbero rispondere ad un disegno coerente, fornendo a tutti una identità precisa.

Ma certamente Don Bosco sarà l'intervento a più evidente significato sociale e, in fondo, anche storico. Con piazza Matteotti è stata a lungo il luogo di vita, di incontro, anche di scontro e comunque di dialogo tra gli abitanti dei rioni. Prima la chiesa, infine altri ruoli sempre legati ad attività associative. Poi la scomparsa delle Semirurali, le esigente abitative crescenti, i piani di edificazione intensiva, il mutato ruolo della Zona industriale, la sua terziarizzazione, l'evoluzione del tessuto sociale hanno stretto piazza Don Bosco in un angolo. Quasi facendola scomparire, nei fatti e nelle evidenze, dalla percezione collettiva. Adesso, verrà considerata alla stregua degli altri luoghi identitari per la Bolzano una volta definita "italiana" come, appunto piazza Matteotti e piazza Vittoria. Per provare a farla diventare, anche attraverso un ridisegno arredativo e dei suoi spazi , espressione di un nuovo e più composito modo di essere bolzanini oggi.













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