Piazza Matteotti sarà in parte coperta 

La loggia di Carlo Calderan riproduce quella dei portici a fianco. Oggi (ore 16) presentazione pubblica in vicolo Gumer


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Eccola, la nuova piazza Matteotti: con una "loggia urbana" che riprodurrà, a specchio, quella storica dei portici a fianco. "Quello che avevo davanti - dice ora Carlo Calderan, l'architetto il cui progetto ha vinto il concorso indetto dal Comune - era un pensiero: riportare la piazza a dialogare con la sua storia e quello che ha intorno. Ad esempio, le strutture che reggono la loggia, rimandano alla leggerezza delle colonne dei portici razionalisti...". Perchè piazza Matteotti ha una lunga storia. Innanzitutto, più che una piazza è uno slargo, come sostiene Calderan nella relazione accompagnatoria al suo progetto. Che tuttavia è coerente con l'immagine che i quartieri dell'espansione di regime, intorno agli anni Quaranta, davano di sè e la cui caratteristica urbana era la quasi assenza di spazi pubblici. A differenza dell'altra espansione, molto più rappresentativa, che stava interessando in quegli stessi anni il quadrante che corre tra Piazza Vittoria e Corso Italia. Dovevano essere, quelli che partivano da lì, i rioni della nuova immigrazione operaia e impiegatizia, dai grandi condomini di via Milano e Torino, fino alle Semirurali a ridosso delle grandi fabbriche, costruite così per non far percepire troppo al contadino che sceglieva di farsi operaio, lo stacco con i suoi luoghi d'origine. L'altro elemento che il municipio, in particolare il nuovo capo ripartizione all'urbanistica architetto Paolo Bellenzier, chiedeva di perseguire nel concorso, era la fluidità degli spazi per un luogo che doveva essere "mobile" e fruibile. Diventare dunque in grado di darsi una nuova immagine ma nel contempo contenere l'esistente e predisporsi ad ospitare nuovi eventi e mercati. Ecco il senso della loggia. Da un lato celare quell'elemento che fa di Piazza Matteotti uno slargo, in senso proprio, e cioè i condomini "a pettine" che chiudono tutto un suo lato, costringendola ad avere una sola via d'accesso. La loggia farà da contrappunto arredativo rispetto alle case ma anche sostanziale perchè lì sotto ci si potrà riparare dalla pioggia e poi dal sole d'estate. E delle sue strutture potranno usufruire i commerci già esistenti, come il bar e il fioraio. Poi la fluidità dei percorsi attuata attraverso "la rimozione di ogni cesura" come dice lo studio Calderan (sigla "cez" che sta per Calderan e Rinaldo Zanovello architetti) e poi un'unica pavimentazione che elimini salti di quota anche su via Milano che sarà definita solo da un filare di alberi. Il percorso del concorso era stato scelto dal municipio dopo una lunga fase di ascolto tra i commerciati della zona e gli abitanti del rione. Riunendo poi le specifiche richieste emerse, era stata disegnata la cornice del bando a cui hanno partecipato una decina di studi di architettura esaminanti infine da una giuria tecnica che comprendeva, tra gli altri, anche Stanislao Fierro, l'"architetto delle piazze". Autore di quella del Tribunale, Mazzini, Università e ora Magnago. Il Comune aveva infine domandato ai concorrenti anche un contributo di idee per il "contorno" della piazza stessa. E Carlo Calderan, tra gli altri elementi, ha proposto un giardino rialzato a chiudere e connettere la parte alta, verso il centro, ora chiusa da un palazzo e alcuni percorsi ciclo-pedonali che corrano a fianco dei vecchi condomini. Oggi alle 16 la presentazione del progetto vincitore e degli altri (secondo classificato Roland Baldi) alla presenza dell'assessora Lorenzini.















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