Il caso

Piazza Walther, arriva lo «sfratto» ai limoni 

Il bar dell’hotel Città diffidato dal Comune. Via le piante di limone e le bouganville allestite nel plateatico. Gestori convocati in municipio. Il tema è sempre lo stesso: il rispetto del protocollo, oltre agli ombrelloni anche il verde



BOLZANO. Piazza Walther cambia le sue trincee, ma resta il fronte. È sempre lì, soltanto passando dal Walthers’ al Città. In particolare a quella sua estensione verso sud. Chiuso con un armistizio a tempo (fino a ottobre) il conflitto per il dehor fisso all'imbocco di via della Rena, si apre lo scontro intorno al plateatico di fronte. Pietra, anzi alberi dello scandalo, un paio di limoni e una splendida bouganville. Fiorita come se si fosse sulla costiera amalfitana. I limoni a loro volta stanno producendo agrumi, che neanche a Sorrento. In realtà, un poco discosta, c'è anche una piccola palma. Nemmeno si vede.

Ebbene, chi ha visto tutto è stato invece il Comune. «Abbiamo ricevuto una formale diffida», raccontano sorpresi i gestori del Città. Non basta. Tutti convocati martedì in Comune. Luogo: gli uffici del Patrimonio. Che hanno fama di essere occhiuti come investigatori privati alla ricerca di possibili tradimenti coniugali. Argomento: questo matrimonio tra dehor e alberi mediterranei non s'ha da fare. Via tutto.

La ragione? Il protocollo prevede le misure degli ombrelloni, il loro colore, il fatto che siano sorretti da un unico palo, la distanza tra le sedie e pure le fioriere. Ma che siano dei semplici e rigorosi blocchi di pietra alla giusta altezza e distanza, che le piante escano di poco, anzi se soffrono e magari muoiono è meglio, ma nessun comma prevede la presenza di piante vere.

Magari vagamente asimmetriche, che crescano un poco di più delle disposizioni municipali, che abbiano pure il coraggio di fiorire a cascata. A tal punto da diventare oggetto, nel giro di poche ore, di decine di selfie di passanti incuriositi.

La proprietà dell'hotel teme che il Comune chieda di rimuovere tutto, semplicemente. Ora, il ragionamento del Comune, che si propone di applicare alla lettera i protocolli della Sovrintendenza, avrebbe forse un senso se si trattasse di strutture artificiali. O di piante fuori stagione, pompate ad acqua senza criterio. Ma a primavera limoni e bouganville adornano i più bei giardini. Offrono il senso dell'estate che sta tornando e della bella stagione alle porte. In sostanza: arredano senza essere arredi. Il massimo. Dunque forse non è questo il motivo del contendere. Che sia il fatto che sono troppo mediterranee? Che ricordano costiere e paesaggi non alpestri, che piazza Walther, mentre Trento passa da Vasco al festival dell'economia, ci tiene ad essere identificata con il territorio e dunque bene le zucche, lo speck e il brulè ma tutto questo profumo e colore no, non è territoriale? Insomma, il caso è questo. Poi il Comune spiegherà. Poi il gestore chiederà ragione. Resta che la diffida è arrivata a destinazione e parla proprio dell'insostenibile presenza di quelle piante. P.CA.













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