Il processo

Picchiato con una spranga su commissione senza sapere perché

La brutta storia di un professionista di 45 anni. La vittima non ha mai saputo chi decise di agire. Cinque testimoni per il processo


Mario Bertoldi


BOLZANO. A Bolzano non c’è ricordo di un episodio simile. Un professionista incensurato di 45 anni è stato affrontato da due individui in pieno giorno nella zona di corso Italia a Bolzano e pestato a colpi di spranga di ferro. L’episodio è avvenuto quattro anni fa.

Ieri mattina è iniziato davanti al giudice Stefan Tappeiner il processo di primo grado per lesioni personali aggravate. Due gli imputati. L’incredibile è che non solo all’epoca ma anche oggi la parte lesa (che rimase in ospedale poco meno di un mese) non solo non conosceva i suoi aggressori ma nemmeno avrebbe mai avuto la possibilità di capire perchè è stato pestato.

Che si sia trattato di un’aggressione su commissione pare un dato poco discutibile. In effetti la parte lesa raccontò di essere stata fermata mentre camminava regolarmente su un marciapiede dopo essere uscita da una casa di riposo ove si era recato a trovare una parente. Gli aggressori sarebbe stati due. Uno gli avrebbe chiesto conferma del nome (a dimostrazione che l’azione sarebbe stata commissionata da terzi) e solo dopo aver avuto la conferma di avere di fronte la persona giusta il secondo individuo estrasse da sotto un giaccone una spranga in ferro di un’ottantina di centimetri con cui inizio a colpire la vittima designata.

I due aggressori hanno colpito in maniera selvaggia per un paio di minuti poi hanno abbandonato la scena a piedi cerca di dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Nel frattempo il bolzanino aggredito, finito a terra, è stato soccorso da alcuni passanti, curato sommariamente dai sanitari del 118 per strada, e accompagnato con una certa urgenza all’ospedale di Bolzano ove gli era stato diagnosticato un grave trauma cranico e la frattura di quattro costole. Furono cinque le persone che assistettero all’episodio ed intervennero in soccorso dell’aggredito. Ieri, già in occasione della prima udienza tutti hanno risposto alla convocazione da parte del giudice, pronti a rendere testimonianza. L’udienza però è saltata per un problema tecnico e rinviata al prossimo 23 settembre.

Uno dei due imputati, che deve rispondere di lesioni personali aggravate, si trova infatti in carcere per altre vicende ma il collegamento audio e video programmato dal giudice per evitare il trasferire il detenuto sino a palazzo di giustizia non funzionava. Inevitabile, dunque, il rinvio dell’udienza. L’aggredito si è costituito parte civile con l’assistenza legale dell’avvocato Nicola Nettis a cui la parte lesa ha confermato di non sapere neppure oggi, a quattro anni di distanza, perchè sia stato fermato e picchiato. Come detto la vittima riportò lesioni serie. In un primo tempo i sanitari del San Maurizio gli avevano prospettato una prognosi di 30 giorni di degenza in ospedale. Poi le conseguenze dei colpi di spranga si rivelarono più pesanti posto che la guarigione avvenne nell’ambito di altri trenta giorni. In sostanza sessanta giorni di prognosi . A cui vanno aggiunti i danni sotto il profilo psicologico arrecati alla parte lesa che per diverse settimane (ed in parte ancora adesso) teme di poter nuovamente finire nel mirino di qualche picchiatore senza scrupoli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

 













Altre notizie

Attualità