Piscina della polizia chiusa da anni Appello per riaprirla

Michielli: «Troppe lentezze, persi 457 mila euro di contributi Cerchiamo un accordo tra Ministero, Provincia e Comune»



BOLZANO. Si è dato due obiettivi: portare il maggior numero di atleti altoatesini alle Olimpiadi di Rio, porre almeno le basi per la costruzione di una piscina coperta da 50 metri. Comunque vada, dal 2016 Ardelio Michielli, entrato nella Bolzano Nuoto come allenatore nel ’69, lascerà la presidenza. Ma di qui alla fine dell’incarico vorrebbe mettere intorno ad un tavolo Comune, Provincia, Ministero dell’Interno, per riaprire la piscina che si trova nel complesso della scuola di polizia di via Druso. La cosa assurda è che, nonostante ci sia una crescente richiesta di spazi acqua sia a livello di società che di pubblico, a Bolzano c’è un impianto chiuso da anni.

È dal 2005 che Michielli sta tentando di far riaprire il vecchio impianto (le apparecchiature tecniche sono state rinnovate 10 anni fa), nel frattempo si sono persi anche i finanziamenti che avrebbero consentito di sistemare la parte statica.

«Tutto - spiega - è iniziato nel 2005 quando ero riuscito a mettere d’accordo Comune, direttore della Scuola di polizia e Provincia, per definire un protocollo d’intesa per l’uso pubblico dell’impianto. Sembrava fatta. Ma, nel 2007, la Scuola di polizia ha cessato l’attività, passando sotto la giurisdizione della Questura, mentre il complesso è stato venduto alla Banca nazionale del lavoro». La Questura comunque continua ad utilizzare in parte la struttura - non la piscina - in virtù di una convenzione tra Bnl e Ministero dell’Interno: contratto da un milione e 255 mila euro l’anno per nove anni, rinnovato da poco.

Ripartono le trattative: nella primavera di otto anni fa si raggiunge l’accordo per la ristrutturazione dell’impianto. «L’allora presidente Durnwalder - assicura Michielli -: aveva messo a disposizione 200 mila euro ricevuti dal Coni, altrettanti il Comune e 56 mila il Ministero dell’Interno. Il Comune però, che nel frattempo aveva approvato il progetto, aspettò troppo a chiudere la pratica e i finanziamenti andarono persi».

Nel 2008 si riparte: viene firmato il protocollo d’intesa tra Comune, Ministero, Questura e Federazione nuoto. Ma anche questa è una falsa partenza, perché nel frattempo la Bnl cerca un acquirente per il complesso dell’ex Scuola di polizia. La ditta Habitat dell’imprenditore Pietro Tosolini è interessata e a quel punto interviene la Provincia esercitando il diritto di prelazione. La situazione patrimoniale non è più chiara e il Comune blocca il protocollo. «A quanto ci risulta - dice Michielli - la Habitat avrebbe successivamente rinunciato all’acquisto, a questo punto vogliamo riprovare a mettere intorno ad un tavolo le parti, per aprire la piscina. Non si può rassegnarsi a tenere un impianto chiuso».(a.m)













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