Pitoni, tartarughe, canarini abbandonati per le vacanze 

Crudele abitudine. Grazie all’anagrafe canina e ai microchip più difficile sbarazzarsi dei cani Chi si libera degli animali esotici li condanna a morte certa. L’appello di Calissoni (Opia)


Paolo Tagliente


Bolzano. Sono in molte ancora, purtroppo, le persone che ritengono un impaccio insormontabile l’andare in vacanza con il proprio cane o, in generale, il proprio animale domestico. La cosa peggiore è che una bella fetta di queste persone, pur di non rinunciare alle ferie, si sbarazza in maniera crudele del proprio “amico”. Gli operatori della Sill, ad esempio, ogni tanti trovano dei cani legati davanti all’entrata della struttura. Difficile capire chi li lasci lì. Improbabile che si tratti di turisti di passaggio, improbabile che si tratti di bolzanini, perché dovrebbero essere dotati di microchip e registrati all’anagrafe canina provinciale (e quindi sarebbe facile risalire ai proprietari per denunciarli), è più plausibile che si tratti di cani arrivati con staffette dal sud e che poi, non abbiano trovato sistemazione. Si tratta di ipotesi, ovviamente, che gli esperti formulano sulla base della tipologia dei cani che vengono ritrovati. Si tratta di una pratica vergognosa che, qui in Alto Adige, è fortunatamente poco diffusa. Almeno per quel che riguarda i cani. Ma forse non si tratta di sensibilità, perché abbandonare un cane e farla franca è davvero molto difficile. E il reato di abbandono di animali è previsto dal codice penale ed è punito con l’arresto fino ad un anno o con un’ammenda da mille a 10 mila euro.

Relativamente più semplice, invece, è liberarsi di altri tipi di animali. «In questo periodo dell’anno – spiega Claudio Calissoni, delegato provinciale dell’Oipa, l’organizzazione internazionale per la protezione animali – in molti si sbarazzano di canarini, pappagalli e di altri animali esotici come tartarughe o serpenti. Si tratta di un’abitudine crudele, perché liberare certi animali, nati e cresciuti in cattività, equivale ucciderli. Un’abitudine che potrebbe essere evitata semplicemente contattando strutture come la nostra, non solo disponibile ad accogliere e accudire questo tipo di animali, ma anche in grado di trovare per loro nuove sistemazione. Non molto tempo fa, ad esempio, abbiamo ricevuto un pitone reale di proprietà di una ragazza. Il fidanzato della giovane non lo voleva più, lei ci ha chiesto aiuto e noi, dopo poco, siamo riusciti ad affidarlo ad un appassionato di rettili. In altri casi, non va altrettanto bene. Spesso troviamo, o ci vengono affidati da persone che li hanno a loro volta trovati, degli uccelli ormai allo stremo. Stesso discorso vale per le tartarughe, spesso abbandonate in stagni e laghetti». Basta una telefonata a Calissoni (il suo numero è 393/4774744) per chiedere un’informazione o un aiuto. «Siamo a disposizione di chiunque ami gli animali e voglia aiutarli» spiega il referente Oipa. Senza contare che, in qualsiasi caso, se si viene pizzicati ad abbandonare un animale, si viene denunciati e le multe sono salatissime.

Non va dimenticato, inoltre, che alcune specie potrebbero sì riuscire a sopravvivere, ma mettendo in pericolo l’equilibrio della fauna locale. In molte zone, infatti, animali abbandonati si sono riprodotti, cancellando specie autoctone. I motivi per non abbandonare un animale, insomma, sono mille anche se non brillate per umanità. Una telefonata può risolvere il vostro problema ed evitare sofferenze a un essere vivente.













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