Pochi alloggi? Puntare su quelli sfitti 

Il nuovo assessore comunale Stefano Fattor. «Facendo due conti al ribasso almeno 500 appartamenti potrebbero finire sul mercato rispetto ai più di 3 mila censiti come vuoti». Come? Magari con agevolazioni fiscali per i proprietari. A Bolzano costi più alti del 35% rispetto a Trento 


Paolo Campostrini


Bolzano. A Bolzano ci sono 45 mila alloggi. Pochi, tanti? In realtà sembra che non bastino mai. Ma dopo i numeri c’è la statistica: qui le case costano mediamente il 35% in più rispetto a Trento. Che è realtà con stesse competenze, stessa autonomia. Altrettanto mediamente stessa ricchezza. E quindi: perché?

Una prima risposta la dà Stefano Fattor, neo assessore. Il quale ha preso possesso della competenza legata all’edilizia abitativa comunale (oltre a patrimonio e mobilità), un terreno contiguo a quello molto inquieto dell’Ipes provinciale e buon osservatorio delle dinamiche di settore: «Trento possiede tre volte la superficie insediativa di Bolzano» dice. E a carenza di suolo corrisponde, di solito, maggior costo dello stesso. Ma poi rivela di avere sul tavolo un ventaglio di idee che potrebbero presto diventare proposte. Ad esempio? «Aspetto di verificare la loro compatibilità pratica con gli strumenti che avrò a disposizione». Ma partendo da dove? Ed ecco una delle possibili anticipazioni di una probabile azione sul terreno. La quale fornisce anche le ultime cifre che la riguardano: «A Bolzano ci sono più di tremila alloggi sfitti. Per la precisione 3.290. La metà possiamo anche ammettere che siano obsoleti. Per un’altra porzione si può altrettanto presumere non sia intenzione dei proprietari metterli sul mercato. Ma ne restano abbastanza...».

E cioè? «Possiamo arrivare, facendo due conti al ribasso almeno a 500 alloggi. Un gran numero se si pensa che è lo stesso numero di appartamenti nel nuovo quartiere di espansione di Prati di Gries». E dunque anche il Comune potrebbe muoversi su un terreno scosceso, visto che è la Provincia ad avere la “golden share”, i poteri più incisivi nel settore. Ma, ufficiosamente, si potrebbero muovere le leve dei canoni di favore, un luogo dove anche i proprietari e non solo gli affittuari potrebbero trarre vantaggi tali da spingerli a lasciare sul mercato il loro bene. Una cedolare secca al 10% ad esempio. Ma Stefano Fattor è un preciso. E dunque in questi primi giorni di presa di possesso delle carte, ha chiarito di cosa si sta parlando. Cosa sono e da dove vengono le case qui. E come le si può suddividere, tra libero mercato e no anche perché proprio una forte presenza delle agevolazioni abitative pare resti uno degli elementi che ha fatto lievitare i costi delle case rimaste sul mercato non protetto.

Detto del numero di 45 mila alloggi presenti nell’area urbana, 6 mila di questi sono case Ipes. Altre 600 appartengono al patrimonio delle case comunali. «Ma altri 6 mila alloggi - chiarisce l’assessore - sono stati riscattati dal dopo guerra ad oggi e quindi essere posti nel novero di case agevolate». Anche se attualmente di proprietà di chi vi abita. A questi numeri vanno aggiunti quelli di 5 mila famiglie che usufruiscono per la loro abitazione di sussidio casa. E dunque? «Fatti i conti, oltre 1/4 degli alloggi presenti a Bolzano sono stati variamente agevolati» spiega Fattor. Da qui uno degli elementi dell’asimmetria. Tra noi e gli altri ad esempio. O tra casa e casa nello stesso territorio. Poi ci sono, come detto sopra, questioni strutturali. Di dimensionamento del territorio comunale, ad esempio. Dell’impossibilità, nei termini propri di altre realtà urbane, di nuove espansioni edilizie. O del ristretto numero anche delle passate. «Siamo, come detto, più “piccoli” di Trento. Cioè una città compatta - dice ancora - il che ha svantaggi e vantaggi. Anche se non è sempre e solo uno svantaggio». Ha vantaggi energetici, per dire. Ha dei bonus per i propri cittadini legati a possibilità di spostamento agevole anche in bici o piedi per via dell’abbassamento delle distanze. «Ma anche seri svantaggi viabilistici - dice anche come neo assessore alla mobilità - visto che è più difficile che altrove progettare e costruire tangenziali, quasi sempre costrette in galleria, o aumentare il numero di strade per la scarsità di territorio». Insomma, per quanto riguarda i costi delle case un po’ ce la dobbiamo mettere via.

Ma potrebbe aprirsi anche una stagione di riforme: che punti ad un riequilibrio tra edilizia di mercato e agevolata oppure, molto più ravvicinata, l’ipotesi di un piano per agire sul ventre molle delle migliaia di alloggi sfitti.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità