Podrecca: io salvo il verde, Benko elimina il parco

La sfida dell’archistar della cordata Oberrauch «Il mio progetto è più rispettoso della città»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Podrecca è planato sul quadrante di via Alto Adige, disegnando il suo tricorno che si insinua tra Stazione e Duomo e ora è finalmente chiaro il terreno su cui si sfideranno la cordata Oberrauch e Benko: non sono solo due progetti, sono due idee di città. E non sono compatibili, sono contrapposte. Non si potrà più stare nel mezzo. Ma stare dentro l'una o l'altra. Dice l'architetto viennese-triestino: "La città ha una scala, tra centro e periferia, e io non l'ho stravolta. Ho fatto un vestito su misura, non una confezione". E poi gli altri due punti, che sono decisivi: "Il mio progetto non chiude gli occhi davanti a quello che succederà nell'Areale. Se l'Arbo ha già i suoi muscoli io potevo solo adeguarmi, non soffocarla creando una struttura altrettanto muscolosa. E poi il verde. Mi sono detto: vuoi distruggere l'unico polmone d'aria del centro? Saresti un pazzo, mi sono risposto. E ci ho lasciato un giardino che servirà a tre generazioni". In sostanza Podrecca lascia il parco dov'è a differenza di Chipperfield; opera su una superfice minore (il terreno comunale) mentre Benko allarga l'edificazione a tutta l'area, Alpi compreso; Podrecca sta basso coi volumi commerciali e di massa edificata per coordinare i volumi con l'Areale; prevede dai 20 ai 25mila mq di commerciale a differenza di Benko che sale oltre i 30.I costi? Lui dice: "Quando il signor Oberrauch è venuto da me gli ho detto: questo è il mio progetto. Sulle compatibilità fate voi". E il capocordata di altri 75 imprenditori altoatesini conferma: "Non pensiamo solo al reddito ma alla città futura e al suo equilibrio". Ma Pan fa i conti: "Avremo una spesa complessiva di 130 milioni. Il 50% è coperto da noi, l'altro lo sarà da una cordata di banche locali e da altre imprese. E poi contiamo sul traino di un'idea che cambierà faccia a Bolzano". Benko prevede di stanziare 200 milioni. Ma Podrecca non vuole che il suo lavoro sia visto solo come una sfida tra lui e il tycoon austriaco. "Lui fa il suo lavoro. Io sono un architetto e faccio il mio".

Qual è la chiave ideologica del suo progetto?

"Stare in sintonia con la scala della città. Ogni città ha le sue proporzioni tra centro e periferia. La sua densità è diversa. Sarebbe fatale invertirle. Le mancherebbe il fiato e camminerebbe come un uomo con un vestito fuori taglia. Sono cose delicate".

E poi c'è all'orizzonte (e a due passi) l'Areale. Che lei stesso ha disegnato...

"E' come se avessi fatto un progetto "extra muras". Non dovevo stravolgere la "balance" tra centro - megastore - Areale - stazione. Per questo mi sono bastati 20mila metri quadri di commerciale."

Ha guardato più all'Areale o al quadrante di via Alto Adige?

"Che domanda! Ma a tutte e due. La città è un sistema di nervi e di muscoli. Non si può fare due cose pesanti a pochi metri l'una dall'altra. Ecco perché pensare solo al reddito che ne potrà derivare è fuorviante. Se si fa mancare l'equilibrio crolla tutto".

Il sindaco dice: quel verde della stazione è uno sfacelo. Ma lei lo tiene...

"Sarebbe come dire: ho una bella camicia ma la tengo da tre giorni e quindi è sgualcita e sporca. Dunque buttiamola. No: laviamola! Stiriamola. Il Bronx è diventato un parco. Tutte le città si muovono con spazi verdi comuni, orti urbani. Signori, è finito il turbocapitalismo. Si ragiona su altri parametri. E i parchi e il verde saranno il reddito del futuro".

Ha riempito un buco degradato con una struttura a tre teste che si insinua tra le altre proprietà. Aveva poca libertà di manovra. E' stato difficile?

"Mi sono detto: non fare un recinto. Stai agile. E infatti la mia architettura ne contiene tre. La parte alta con terrazze a appartamenti, poi due piani aperti, nel senso che potranno contenere uffici ma anche centri congressi. Sono superfici, come si dice, in aspettativa; poi due piani di commerciale. E poi la cosa più importante".

Quale?

"Ma il verde. Sul progetto c'è il totale mantenimento di quello esistente ma integrato con quello vicino. Dalla stazione si potrà entrare in una città-giardino e percorrerla fino in Piazza Walther. Ci saranno spazi per i piccoli, le famiglie e anche gli anziani. Io ho messo il verde come precondizione. O così o non faccio nulla. Sarebbe stato un delitto cancellarlo. Oberrauch mi ha subito detto che a lui andava benissimo. Se guardate bene i disegni, il parco quasi sovrasta gli edifici che se ne stanno in disparte."













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