«Politici cattolici tagliatevi lo stipendio»

Il richiamo di don Bertagnolli: un dovere morale di fronte alle famiglie disperate. La Caritas: ha ragione



BOLZANO. Il mondo cattolico non ha dubbi: la politica «deve» rinunciare a parte della propria ricchezza. Il nuovo vescovo Ivo Muser, che guadagnerà 1300 euro netti al mese, ricorda che «la giustizia economica è un valore», le associazioni incalzano. Don Giancarlo Bertagnolli non ci ricama sopra e dice ai politici: «Ricordate che l'eucarestia converte i portafogli».

La Caritas accusa: «Aumenta la povertà, aumenta la ricchezza: si rischia il conflitto sociale». I politici locali affrontano con fastidio la discussione sui tagli di indennità e benefit. Prendono il discorso da lontano, sciorinano distinguo, guardano all'orto del vicino indicando che da lì si deve iniziare. Le associazioni cattoliche sono invece più brusche, perché vedono la crisi mordere gli altoatesini, pensano che non ci sia tempo da perdere: servono fatti e buoni esempi.

Don Bertagnolli, fondatore dell'associazione «La Strada», parte dai fondamentali e lì resta, implacabile: «Sono turbato da quanto sia difficile questo periodo anche da noi. In momenti così, chi ha molto deve condvidere. Ma non accade: chi ha, si tiene stretto tutto. Anche i politici. Eppure esiste un dovere, soprattutto tra chi condivide l'eucarestia. Oggi più di sempre, perché chi non ha, questa volta finirà in ginocchio. Le persone dicono "ho bisogno di essere sostenuto, di camminare insieme". Voglio farmi capire: non parlo di carità, perché prima viene la giustizia. L'eucarestia produce giustizia, provoca la conversione del portafoglio, altrimenti resta nel tempio».

Konrad Peer, presidente del Kvw, è duro: «Facciamo questi discorsi da prima della crisi, ma la politica ascolta poco il sociale. Non siamo di moda, a differenza dell'economia, che trova orecchie sempre attente. I politici dovrebbero tagliarsi gli stipendi? E' ovvio. Lo devono fare, e non solo loro. Chi ha molto deve fare un passo indietro, per permettere a chi ha poco di fare un passo avanti. La nostra associazione sta dalla parte dei deboli e contrasta il modello che si è radicato, in Alto Adige come nel resto del mondo: i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri».

Paolo Berlanda presidente delle Acli, l'associazione gemella del Kvw, parte dal principio, crisi o non crisi, che «la politica può essere un lavoro, ma non deve essere il lavoro più retribuito». Così Berlanda: «Ci si aspetta un segnale di sobrietà soprattutto da questo ambiente che delude il proprio elettorato dando risposte tardive ai problemi. Va ripristinato il concetto passato di moda della politica come servizio per i cittadini. Proprio perché si stenta a vedere il servizio, come minimo vanno ridimensionati gli emolumenti. L'obiezione è che indennità così alte sono giustificate dall'impegno totalizzante richiesto da certi incarichi, anche in termini di sacrificio di tempo familiare. La politica però è una scelta e non una costrizione, chi vi entra non deve farlo perché vi troverà stipendi troppo più alti della media».

A settembre, alla ripresa dell'attività di consiglio regionale e provinciale, conclude Berlanda, «i politici presentino un pacchetto di tagli. Per la popolazione non sarà mai abbastanza? Lo sappiamo, non può essere una scusa per non fare nulla».

Accanto alle indennità, incalza Berlanda, «il taglio deve riguardare tutto ciò che ruota attorno agli stipendi di consiglieri e assessori e indigna ancora di più. E' incredibile che ancora ci siano fondi di rappresentanza e contributi ai gruppi consiliari per i quali non viene chiesta la rendicontazione». Heiner Schweigkofler, direttore della sezione tedesca e ladina della Caritas, insiste sul rischio di conflitti sociali. Non sono tempi per blindare privilegi già messi sotto accusa dalla popolazione.

L'ultima indagine Astat, ricorda Schweigkofler, «rivela che in Alto Adige è sempre più larga la forbice tra poveri e ricchi. Il 18% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. l'Ipl ci ha raccontato che il 25% dei lavoratori altoatesini guadagna meno di 1200 euro al mese. E' uno scenario che chiama in causa i politici e i manager che godono di compensi troppo elevati». Dove si fissa l'asticella del troppo elevato?

«Per noi resta valida una vecchia regola: in una organizzazione, azienda o simili, la distanza tra lo stipendio più basso e quello più alto non deve superare la moltiplicazione per sette volte», risponde Schweigkofler. Don Bertagnolli sorride: «Che cosa dire? Speriamo. Cosa significa? Che il mondo diverso lo costruiamo con i nostri comportamenti».

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