Polo bibliotecario, cantiere nel 2016

A gennaio parte la gara tra le ditte per l'aggiudicazione dei lavori. Le operazioni saranno avviate qualche mese dopo


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Eppur si muove. L'unica grande opera bolzanina esce dalla sua sconfinata zona d'ombra: il Polo bibliotecario riparte. Dimagrito, meno costoso, ripulito nelle procedure. Si inizierà tra pochi mesi, sicuramente entro l'anno prossimo, probabilmente durante o subito dopo le elezioni comunali. Insomma buone nuove per un progetto che sembrava finito in cantina, spezzato a metà dai tagli di bilancio. Le notizie sono tre.

La prima: tra poche settimane va in porto la procedura dell'appalto integrato con annesso capitolato e tempi di gara: sono i paletti che gli uffici provinciali hanno posto come cornice tecnica e architettonica.

La seconda: a gennaio parte la gara tra le ditte per l'aggiudicazione del cantiere esecutivo e, al netto dei tempi tecnici, le operazioni saranno avviate qualche mese dopo.

La terza: il Polo bibliotecario costerà ancor meno. Molto meno dei 90 milioni ipotizzati nella prima "stesura"dell'idea; ancor meno dei 70 a cui si era giunti dopo il taglio dell'ultimo piano del progetto dell'architetto Christoph Mayr Fingerle. Alla fine i milioni sono 60. "Già messi a bilancio" aveva assicurato Christian Tommasini. Accantonati i fondi, restava tuttavia un problema. Dopo l'approvazione del primo progetto elaborato e la richiesta allo stesso professionista di "ghigliottinare" l'ultimo piano del suo Polo , era emersa l'esigenza di fare chiarezza sulla parte esecutiva. Su quella architettonica, nessun dubbio: "Mayr Fingerle resta l'autore del Polo - chiarisce Andrea Sega a capo dell'ufficio edilizia provinciale - , lui sarà sempre il padre del progetto. Ma l'esecuzione dell'opera aveva bisogno di procedure veloci, di schemi standard e di chiarezza nell'iter di assegnazione". All'inizio Mayr Fingerle si era a lungo opposto a questo cambio di rotta che gli toglieva, in pratica, la possibilità di intervenire nella fase esecutiva. "Il rapporto con lui è e sarà chiarito con soddisfazione di tutte le parti - assicura Paolo Montagner, capo dipartimento edilizia provinciale - ma poi è divenuto prioritario lo scenario da definire con le ditte che materialmente si occuperanno del cantiere. Il capitolato serve a questo: a definire i parametri dell'intervento, la sua filosofia e le cornici architettoniche. Che rispetteranno il progetto originario, ma questa è un'altra fase". La fase due: che sarà conclusa entro Natale, avviata a gennaio col bando e conclusa con l'avvio dei lavori entro l'anno. Le aziende che si prenderanno sulle spalle la costruzione del Polo avranno la possibilità di scegliersi esse stesse gli architetti e i tecnici che definiranno il lavoro sul terreno e faranno transitare l'idea originaria nel cantiere. Perchè il Polo non è solo un'opera ideologicamente decisiva: unire le culture dei tre gruppi, i loro libri, i convegni, l'arte e le idee in un unico luogo fisico, cosa mai accaduta in passato. Ma anche programmaticamente: farà transitare tutti noi dal libro al web, unendo vecchie e nuove tecnologie senza perdere le une o mortificare le altre in location poco adeguate al loro dispiegamento. Tutti questi contenuti, politicamente, etnicamente e culturalmente prioritari, forse anche rispetto al disegno stesso dell'edificio, erano parte integrante del progetto elaborato da Mayr Fingerle. Che era stato costretto già, poco dopo l'aggiudicazione del concorso di idee, a ridisegnare il suo intervento originario che prevedeva la cancellazione anche della facciata. Dopo un duro confronto tra partiti, associazioni, comitati e cittadini si era giunti a un compromesso: sarebbero stati salvati facciata e scalinata razionalista e l'intervento avrebbe poi svuotato dall'interno e sul fianco le vecchie Pascoli e le Archimede fino di fronte alla Tessmann. Ora l'ultimo passaggio prima dell'abbattimento.













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