Polo bibliotecario: i costi vanno tagliati del 15%

Chiaro l’input di Achammer e Tommasini nel vertice di ieri con Mayr-Fingerle La Provincia «spinge» per riuscire a risparmiare una quindicina di milioni


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Le Pascoli da 90 milioni no. Ma quelle da 80, magari 75 milioni, dalla cruna dell'ago ci potrebbero passare. È su questo passaggio stretto che il Polo bibliotecario si gioca il suo futuro. E anche quello dei tanti che ci sono saliti sopra. Dice Tommasini: «Se non ci allontaniamo un poco da quella cifra rischiamo di spiaggiarci. Ma se riusciremo a essere più sobri allora il progetto camminerà da solo».

Ecco la soglia "virtuosa": 10, 15% in meno, da trovare limando i materiali, gli arredi e recuperando sinergie tra gli enti coinvolti. Il vicepresidente sa di giocarsi molto in questa sauna a cui sta sottoponendo le vecchie Pascoli. Per questo ha voluto il vertice di ieri: davanti a lui Achammer, assessore alla cultura tedesca ma anche responsabile della Tessmann, una delle tre biblioteche che confluirebbe nel sogno trilingue di un unico polo, poi Mayr Fingerle, l'architetto che dovrà trasformare in soluzioni operative i tagli del budget e infine il Comune.

Tommasini non lo dice ma l'importanza della presenza attiva di Philipp Achammer accanto a lui è evidente: non significa solo che la giunta provinciale è solidale nel perseguire una road map messa parzialmente in discussione dalle cornici di rigore finanziario imposte da Kompatscher, ma che gli assessori Svp sono pronti a convincere la parte più riluttante del partito a non aggiungersi all'esercito degli incerti e dei riottosi.

Che non vedrebbero l'ora di deviare su altri progetti e su altri Comuni che non Bolzano, la montagna di milioni necessaria a rifare le Pascoli.

Ma ieri il treno della spending è partito ed è partito col polo bibliotecario sopra, non a terra.

Per questo Tommasini era di buon umore alla fine di questo primo incontro.

Risparmiare per salvare il progetto. E' questo l'orizzonte operativo?

"Risparmiare perché è giusto. In questo momento dare un segnale di sobrietà è importante. Non solo per rendere possibile il polo ma anche per tracciare la strada: anche per altri progetti ci si dovrà muovere così".

Ci sono margini?

"E' il senso del mandato esplorativo che ho avuto dal presidente. Mayr Fingerle mi ha detto di sì. In questo modo andrò in giunta a metà del mese prossimo con un buon margine di manovra".

Dove si taglierà?

"Non parlerei di tagli ma di risparmi virtuosi. Si pensa adesso di usare materiali più semplici, di arredare le stanze con mobili e strutture meno costose. L'importante è che il progetto non ci perda nel suo insieme. L'architetto ci ha assicurato che questo è il suo lavoro e che lo farà".

Il suo collega Achammer era con lei. Bene no?

«Vuol dire che Svp e Pd si muovono insieme per dare alla città un segnale importante di convivenza".

Ma anche di risparmi...

"Questo è importante ma insisterei sull'altro aspetto. Continuando a discutere su costi e architetture, si rischia di mettere in secondo piano il contenuto strategico del progetto in senso politico e della convivenza. E' una perdita di tempo ragionare sull'unificazione delle culture se non si comincia dalla base. Nel nuovo polo ci saranno i libri in comune tra italiani, tedeschi e ladini. Non è mai successo. Se i libri restano divisi è inutile che ce la raccontiamo"

Su alcuni dettagli nei risparmi ci sono state resistenze?

"No. Perchè la cornice di riferimento è rimodellare il progetto nei suoi aspetti di contorno e di non inciderlo nelle strutture portanti, nell'idea d'insieme. Ai dettagli ci penserà l'architetto a cui è stato dato un mandato preciso."

E il mandato che si è dato lei?

"Condurre in porto il Polo trilingue tagliando i costi. Sarà un segnale potente sul piano della simbologia. Perchè la cultura trilingue è una delle colonne della nuova autonomia".

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