Polo bibliotecario, la cordata locale vuole scalzare Condotte 

Le grandi opere. Gli imprenditori arrivati secondi nella gara scrivono alla Provincia per sollecitare una decisione La vincitrice è in crisi e il cantiere non parte. Vittorio Repetto: «Il progetto non può restare ostaggio più a lungo»



Bolzano. Le ex Pascoli sono la fabbrica del Duomo bolzanina. È una vita che aspettano di diventare Polo bibliotecario: se ne parla e dibatte da decenni, a sua volta il progetto è lì da anni, nel 2018 avrebbe dovuto aprirsi il cantiere. Niente. Il Colosseo l'hanno costruito in meno tempo. Così, chi aspetta quasi da altrettanto, vale a dire i sei gruppi imprenditoriali quasi tutti altoatesini, giunti secondi nella gara di aggiudicazione della commessa, hanno deciso di inviare una sollecitazione alla Provincia. Il tono del contenuto è questo: Condotte, che ha vinto il bando, è travolta dalle procedure fallimentari, passa da un commissariamento ad un altro, tra dimissioni e diffide, quindi è il momento di decidere.

La decisione che si chiede è ampiamente prevista dal contratto iniziale e cioè fare sfilare i secondi classificati e incaricarli di costruire finalmente il Polo. Questa comunicazione, che ha tutta l'aria di una diffida, chiede in sostanza all'ufficio appalti della Provincia di prendere atto della situazione di Condotte, di recepire le decisioni di una serie di tribunali sparsi per la Penisola che hanno sciolto Condotte da ogni impegno consentendo agli enti locali di sbloccare le loro grandi opere e di avviare la nuova procedura. Senza perdita di tempo. Perché, è la tesi, in casi come questi, non è necessario indire un nuovo bando concorso ma la cornice contrattuale prevede infatti la possibilità di prendere in considerazione fino al quinto classificato per garantire alla Provincia l'effettiva realizzazione dell'opera in caso di inadempienze o impossibilità ad agire del primo della lista. «È una situazione paradossale», argomenta Vittorio Repetto, che con la sua immobiliare prende parte alla cordata giunta seconda alla conclusione del bando, «perché Condotte è palesemente in difficoltà: non solo è retta dai commissari fallimentari, ma alcuni di loro si sono addirittura dimessi. Bolzano aspetta da anni il suo Polo, non può essere ostaggio di una situazione così compromessa». A sua volta, Massimo Bessone, assessore provinciale al Patrimonio e dunque in prima linea nella gestione dell'affare, frena: «Non posso prendermi la responsabilità di una decisione politica in autonomia. Ho affidato il caso alla nostra avvocatura. Sarà questo ufficio a dirmi se dovremo o meno denunciare inadempienze. Altrimenti esiste il rischio concreto di onerosi ricorsi». Tuttavia, questa situazione di Condotte ha spinto altre amministrazioni locali a muoversi sciogliendo il contratto. È il caso della regione Lazio, che aveva affidato a Condotte la realizzazione di un'opera ferroviaria, poi passata ad altra impresa. Oppure del Tar del Piemonte, che ha annullato l'aggiudicazione ad Astaldi, dopo la gara dei lavori per la metro di Torino. Motivazione? Nessun aiuto è possibile, se l'impresa, anche capogruppo, è in concordato. Condotte è invece addirittura in prima linea. Chi sono le imprese soprattutto locali che stanno spingendo la Provincia ad assumere una decisione in grado di sbloccare il progetto? Si tratta della Elpo, delle coop di Carpi, Stahlbau Pichler, Spitalerbau, Atzwanger, Repetto. Che chiedono di aggirare questa situazione di stallo, che immobilizza una grande area urbana e un progetto strategico, attivando la procedura di riassegnazione.

Condotte, a sua volta, dopo alcuni incontri in Provincia lo scorso anno, tace. A sua volta, l'ufficio legale della Provincia studia le procedure possibili. E anche il Comune è preoccupato. «La nostra Biblioteca civica è ormai alle strette, come spazi e possibilità di rilancio. Siamo in affitto», spiega l'assessore Andriollo, «per cui la possibilità che Bolzano abbia finalmente il suo Polo biblioteche è una questione molto urgente. Non possiamo aspettare oltre». Ma anche il carcere di via Dante si trova in questa situazione. E lì il degrado è ancora più palpabile e le condizioni dei detenuti al limite della decenza. Purtroppo anche in questo caso c'entra Condotte: il gruppo in crisi si è infatti aggiudicato anche l'appalto per la costruzione della nuova casa circondariale. In un contesto ancora più complesso, perché in questo progetto Condotte e Provincia devono triangolare con lo Stato. E Condotte si è aggiudicata non solo la costruzione, ma anche la gestione. Insomma, Bolzano vede bloccate due grandi opere e le sue imprese scalpitano: «Fateci lavorare al progetto. Siamo pronti». P.CA.

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