Polo bibliotecario, via un piano e costi tagliati di trenta milioni

Tommasini ha dato garanzie sui tempi: «Demolizione entro l’anno e lavori nel giro di pochi mesi» Fissata anche la «road map» per Autobrennero, variante alla Statale 12, stadio Druso e Areale


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Polo, via il cappello. I 90 milioni che bloccavano la biblioteca trilingue sotto un peso incompatibile con la spending , diventano 60, e il progetto può alzarsi in volo. Trenta milioni in meno e tutti a scapito di un piano. L'ultimo. Che sarà eliminato. È quello che fuoriusciva a fare ombra alla curva sopravvissuta delle Pascoli. E che Zoeggeler definiva "un'arrogante presenza provinciale". La rottura architettonica dell’asse visivo di collegamento con l'insieme di Corso Libertà. Al termine del tavolo Provincia-Comune, dove è stato deciso il "capitozzamento", nessuno lo ha detto ma tutti, probabilmente, lo pensavano: «si sono presi due piccioni con una fava».

Meno fondi, come imponeva la crisi delle risorse, tutti a scapito non della sostanza (la presenza contemporanea delle tre biblioteche) ma di una forma che nessuno, in fondo, si è sentito di difendere. Era stato il cappello, fin da principio, il punto debole. Nato come adattamento del progetto originario (che non prevedeva nessuna testimonianza delle vecchie Pascoli), era il frutto di un compromesso architettonico sollecitato dalla pressione popolare. Ma per salvare gli elementi contenuti nell'ultimo piano, Mayr Fingerle aveva optato per un disassamento del nuovo rispetto al vecchio. Tanto che la facciata sopravvissuta, e non solo da lontano, si vedeva sovrastata dal cappello di cemento.

Ora i tempi sono più certi. «Entro l'anno sarà completato l'abbattimento e subito sarà avviato il cantiere. Il nostro impegno - ha assicurato il vicepresidente Tommasini - è di non lasciare il buco aperto per mesi».

Bolzano salva il suo progetto strategico. Il taglio non lo priva delle sue qualità identitarie e di manifesto della nuova convivenza ma solo di una soluzione prospettica. «I tempi nuovi non ci lasciavano scampo - ha aggiunto Spagnolli - ma l'abbattimento dei costi non abbatte il polo». La sostanza politica, poi, è che anche il tavolo Provincia-Comune, avanza. Si taglia, ma si concorda. Questo è il punto. Anche sul rinnovo di alcune poltrone nel cda dell'Areale. Ha detto il sindaco: «Durnwalder non mi avrebbe neppure detto i nomi che aveva già scelto. Kompatscher mi ha chiesto consigli addirittura su quelli di sua competenza». I nomi, per ora, non sono noti ma altri punti sono stati toccati. Sulle grandi opere Provincia e Comune contano di chiedere allo Stato di condizionare il bando per l'A22 al sostegno dell'ente autostradale a favore di progetti per l'abbattimento del traffico inquinante. E dunque, anche della variante alla Ss12. Anche per la circonvallazione Kompatscher è con Bolzano. Ma è senza soldi. Con una differenza rispetto al passato: «In attesa dei finanziamenti mi impegno a considerare le grandi opere destinate alla viabilità del capoluogo, l'unico progetto infrastrutturale nuovo del mio mandato», ha detto Kompatscher. Nella sostanza, è la ridefinizione delle priorità: nodo al centro, fin dalla prima seduta, del tavolo tra le due giunte. Priorità, che sembrano insistere su Bolzano anche se fino ad ora, si tratta di un'insistenza più formale che concreta. I soldi non ci sono. Ma c'è almeno l'impegno che, appena si rendessero disponibili, si fermerebbero a Bolzano. Anche per la ristrutturazione dello stadio Druso c'è l'accordo di reperire risorse per gestirne lo sviluppo in sinergia con l'area del Palamazzali. Ladinser ha assicurato che la road map è stata definita in attesa dei finanziamenti. E se l’Fc Alto Adige va in B? «Facendo gli scongiuri, il Druso salirebbe di categoria anche lui. Ma in deroga. Come quasi tutti gli stadi italiani». Resta congelata la corsia preferenziale del capoluogo rispetto agli altri comuni , quella "legge per Bolzano-capoluogo" che Spagnolli attende per non veder diluite le richieste della città nel grande mare degli altri municipi. «Aspettiamo lo studio dell'Eurac sui finanziamenti - ha detto il governatore altoatesino - voglio decidere con le spalle coperte». «Non posso che dargli ragione - ha risposto Spagnolli - perchè senza una sponda scientifica possiamo trovarci esposti a contestazioni da tutto il territorio». Aspettiamo.

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