Polo tecnologico, si parte con il progetto per i privati

Bandita la gara d’appalto per la progettazione del primo “modulo” per le aziende La Bls: 11 milioni, 40 mila metri cubi, inaugurazione nei primi mesi del 2017


di Davide Pasquali


BOLZANO. In attesa che al Consiglio di Stato si sblocchi la vicenda degli appalti per il lotto pubblico, la Provincia accelera sulla parte privata: bandita la gara da 565 mila euro per la progettazione del primo modulo destinato alle aziende. Si costruiranno 40 mila metri cubi, oltre duemila metri quadri di pianta, su cinque piani, per un’altezza massima di 19 metri, al costo di poco più di 11 milioni. È il parco scientifico e tecnologico che avanza, nonostante lo scetticismo di tanti. Conterrà anche una novità tecnologica, in queste settimane in fase di studio da parte dell’Eurac: una camera per le simulazioni climatiche; servirà per testare prodotti in condizioni climatiche estreme. Sarà una delle poche a livello italiano. I tecnici della società provinciale Bls stimano il termine lavori tra fine 2016 e prima metà del 2017. Ma c’è un ma: dal bando di gara si evince piuttosto chiaramente che qualche azienda interessata a insediarsi ci sarebbe anche, ma siamo ben lungi da partecipazioni concrete.

Sarà, questo, il primo dei vari moduli privati che si intende realizzare, posto sul retro e sulla destra dell’edificio principale dell’ex Alumix se guardato da via Volta. La facciata dell’edificio verrà realizzata di colore scuro, antracite, e sarà caratterizzata da sezioni sottili di vetro che correranno parallele alla pendenza del tetto dell’edificio, in lieve discesa verso sud. I materiali principali utilizzati saranno alluminio e vetro. Il tetto sarà coperto di pannelli fotovoltaici. La bonifica dei terreni - contrariamente a quella dell’area ex Speedline, che abbisognerà ancora di almeno un anno di lavori - per quanto riguarda il lotto privato è invece terminata. A parte la realizzazione di una camera sei metri per sei per sei destinata a testare i prodotti innovativi in ambienti estremi quanto a temperatura, umidità eccetera, a colpire del bando è la carenza di dettagli. «La redazione - si legge - di un piano planivolumetrico dettagliato non è possibile a causa dell’attuale stato delle informazioni. I requisiti dettagliati dei futuri utenti non sono ancora noti perché l’insediamento si presenta come processo concomitante alla realizzazione del progetto, in subordinazione al fabbisogno che si svilupperà». Un po’ pochino, non mancheranno di notare gli scettici. «Per questo motivo - prosegue il documento - a seguito di numerosi colloqui con possibili futuri utenti è risultato che essi necessitano di locali di tipo variabile». Più oltre si specifica: «È stato rilevato un accordo comune tra le imprese sulla necessità di massima flessibilità». La necessità di essere flessibili è intrinseca a un centro di ricerca. Ma il fatto è che, per ora, alle imprese il piano di attuazione non bastava. Serve un progetto, concreto, per fare marketing e convincere le aziende a entrare.

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