Ponti sicuri? Il corso si fa a Bolzano 

Si concludono oggi le lezioni, durate quattro giorni, per diventare ispettore di secondo livello


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Arrivano da tutt’Italia i 23 ingegneri - la stragrande maggioranza lavora per enti pubblici, ma c’è anche qualche libero professionista - che oggi concluderanno il corso di quattro giorni per diventare ispettori di secondo livello di ponti, organizzato presso la “4 Emme” di via Zuegg, la società fondata dall’ingegnere bolzanino Settimo Martinello, specializzata in ispezione e verifiche sulla salute dei ponti. L’introduzione al corso, che finirà con una prova teorica e una pratica, è stata fatta proprio da Martinello e non poteva che essere dedicata al crollo del ponte Morandi a Genova.

«I controlli e la manutenzione periodici - ha detto Martinello - sono indispensabili per evitare che stragi come questa si ripetano».

Il problema è che in Italia ci sono migliaia di ponti - solo in Alto Adige quelli di proprietà della Provincia sono 1.662 - a fronte di poche centinaia di ispettori: circa 200 di primo livello, ovvero quelli chiamati a fare la carta d’identità del ponte; 80-90 coloro che sono addetti alla sorveglianza che significa effettuare controlli periodici e segnalare tempestivamente ai proprietari (Comuni, Province, Regioni) la necessità di interventi.

«Dopo il disastro di Genova - ha detto Martinello - si tende a scaricare la responsabilità di quanto accaduto sul progettista. La cosa è ridicola: Morandi è stato un grande ingegnere che ha progettato un manufatto avveniristico. Certo, a 50 anni di distanza e con le conoscenze di oggi, possiamo dire che ha commesso alcune ingenuità progettuali, ma già nel ’99 c’era una relazione molto dettagliata che descriveva lo stato di avanzato degrado del calcestruzzo e dei cavi di sostegno del tirante: non si è fatto nulla e l’umidità ha innescato il processo di corrosione. Se si fosse intervenuti allora, sarebbero bastati pochi soldi per salvaguardare il manufatto. Si è dovuto attendere fino a questa primavera, quando la società Autostrade ha bandito la gara da 20 milioni per il risanamento».

Troppo tardi, il ponte è crollato il 14 agosto facendo 43 vittime.

«La stragrande maggioranza dei ponti - ha insistito Martinello - sono stati costruiti negli anni ’50-’60 con tecniche che non sono quelle di oggi e con materiali spesso scadenti: sono dei “vecchietti” acciaccati che si trovano a dover sopportare pesi di gran lunga superiori a quelli per i quali sono stati progettati. Il disastro di Genova deve servire da monito: se non si fanno i controlli e soprattutto non si fa la manutenzione, ci saranno nuovi crolli. Con costi in vite umane e in termini economici enormi. Da questo punto di vista la Provincia di Bolzano è una delle cinque Province virtuose su 107: qui si investe nella sicurezza».

Tempi di ricostruzione del ponte Morandi?

«Non meno di tre anni, perché bisogna fare gli espropri, ci saranno i ricorsi; poi le perizie e le contro perizie sulla parte del ponte rimasto in piedi. È assurdo e pericoloso illudere la popolazione che in nove mesi ci sarà il nuovo manufatto».













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